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I dolci siciliani: tra gastronomia e cultura.  
Bullet7blu.gif (869 byte) L'arte della pasticceria
Bullet7blu.gif (869 byte) L'arte della pasticceria /2.

Bullet7blu.gif (869 byte) I cannoli siciliani
di Carnevale

Bullet7blu.gif (869 byte)La pignolata messinese
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I dolci di Pasqua
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La cassata siciliana
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La
cuddura di Pasqua
Bullet7blu.gif (869 byte) Le cassatelle di Sant'Agata
e di Agira
 

Bullet7blu.gif (869 byte) I dolci delle festività
Bullet7blu.gif (869 byte) I dolci dei morti
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I dolci di Natale
Bullet7blu.gif (869 byte) Altri dolci siciliani
Bullet7blu.gif (869 byte) I dolci dei conventi
Bullet7blu.gif (869 byte) Il latte di mandorla
Bullet7blu.gif (869 byte) La granita siciliana


Bullet7blu.gif (869 byte) Video sui dolci siciliani
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Video sui dolci siciliani /2

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DOLCI SICILIANI

        Un proverbio siciliano dice:
   "Tintu è cu nun mancia a cassata
  a matina ri Pasqua
"
  ("Meschino chi non mangia cassata
  la mattina di Pasqua").

   

   I dolci dei Conventi

   
     
     

 

 
Frutta di Martorana

Alaman - 21 agosto 2005
 

 
 




da Wikimedia Commons

 

  Simbolo religioso per eccellenza è l’agnello pasquale; ecco allora agnellini dormienti di pasta frolla ripieni di cedro candito o i picureddi, pecorelle di pasta reale, raffigurate in piedi o sdraiate su di un fianco sopra un prato verde ornato di confetti e ovetti multicolori di cioccolato: immancabile una banderuola rossa, simile a quella che nell’iconografia sacra è tenuta da San Giovanni. Erano dolci preparati dalle monache di clausura per i signori dell’epoca, ma oggi si trovano in tutta le pasticcerie della Sicilia; campeggiano nelle vetrine insieme alla classica frutta martorana, imitazioni molto elaborate fatte di pasta reale, tipica produzione delle monache del convento palermitano della Martorana.

Il dolce per eccellenza della pasticceria siciliana è la cassata, conosciuta in tutto il mondo. Un tempo era preparata solo durante le celebrazioni pasquali, come nel napoletano le pastiera, ma oggi si può trovare nel corso dell’intero anno. Certi detti popolari richiamano alla memoria l’abitudine ad assaporare questo dolce durante queste festività, perché è mischìnu cu nun manciàu cassàti ‘a matìna ‘i Pasqua, poveretto chi non ha mangiato neppure una fetta di cassata la mattina di Pasqua. La cassata è ripiena di ricotta dolcificata, lavorata fino a renderla cremosa, cosparsa di frutta candita e cioccolata fondente, arricchita in alcune ricette con gelatina di albicocca, ed infine ricoperta da uno strato di pasta reale o da una glassa verde al pistacchio. In origine era un dolce arabo, il quas’at, una sorta di zuccotto di tuma fresca dolcificata con zucchero, sostituita in seguito con la ricotta.

Non sono delle piccole cassate, invece, le cosiddette cassateddi, che, secondo quanto scrive Pitrè sono un «dolce fritto nell’olio e composto di pasta con dentro ricotta». Fritti sono anche i ravioli, formati da una sfoglia esterna di farina, strutto, zucchero e vino ed un ripieno di ricotta impastata con tuorli d’uovo, aromatizzata alla cannella. Non c’è proprio che dire, questi i dolci, più che i grandi monumenti della cultura siciliana, continuano a mantenere vive le tradizioni anche fra i più smemorati ed ignari. Una fatica in meno.

 

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