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Castelli siciliani: lontane tracce di nobiltà.  
Bullet7blu.gif (869 byte) La tipologia del Castello
Bullet7blu.gif (869 byte) I Castelli fortificati “alla moderna”.
Bullet7blu.gif (869 byte) I Castelli di Federico II.
 
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello Ursino di Catania
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Il Castello di Aci Castello
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello di Adrano
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La Torre di Federico ad Enna
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello di Lombardia
ad Enna


 

Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello Maniace a Siracusa
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Il Castello di Eurialo a Siracusa
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La Cittadella di Messina
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Forte Gonzaga e Forte San Jachiddu a Messina
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello di Milazzo
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello arabo di Taormina
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Il Castello di Forza d'Agrò

Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello di Pentefur a Savoca
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello di Pietrarossa a Caltanissetta


Bullet7blu.gif (869 byte) La struttura difensiva di Erice
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Il
Castello di Bellumvider
a Castelvetrano

Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello di Maredolce a Palermo.
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Il Castello a Mare a Palermo
Bullet7blu.gif (869 byte)Il Castello di Carini
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello di Modica

Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello di Donnafugata a Ragusa


Bullet7blu.gif (869 byte) Video sui Castelli siciliani
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Video sui Castelli siciliani /2

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CASTELLI SICILIANI

       Ogni paese siciliano ha il suo
   Castello, perché queste imponenti
   opere erano considerate nel
   medioevo  “instrumenta regni”
.
   
Visitandoli oggi si può fare un vero
   salto all'indietro nel tempo, in una
   cultura ormai dimenticata.

   

   Il Castello di Aci Castello.

   
     
     

 

 
Particolare del Castello di Aci Castello.

Attilios - 30 Giugno 2006
 

 
 




da Wikimedia Commons

 

 
La storia della Terra d’Aci è legata strettamente con quella del castello, che sorge nel territorio del comune di Aci Castello (appena a nord della città di Catania), che va dal VII secolo al XIV secolo.
L’origine del castello di Aci è incerta. Esso sorge su un promontorio basaltico, inizialmente distaccato da terra da un braccio di mare, che fu, però, riempito dalla potente eruzione dell’Etna del 1169.
Si parla di una prima fortificazione in epoca romana (forse del
38 d.C), denominato Castrum Jacis. Nel mare antistante il promontorio, comunque,  vi ebbero luogo due importanti battaglie navali: la prima risale al 396 a. C., di cui ci dà notizie lo storico Diodoro Siculo, avvenuta tra Cartaginesi e Siracusani; la seconda nel 37 a. C, durante la guerra civile romana, fra Ottaviano e Sesto Pompeo. La battaglia fu vinta dal ribelle Pompeo e, si narra, Ottaviano rischiò di morirvi affogato.
In epoca bizantina vi fu eretto un castello (nel VI o VII secolo)
.
Nell'estate del 902, conquistata e distrutta la resistente Taormina, l’emiro arabo Ibrahim, si diresse verso sud, intendendo mettere sotto assedio il castello d’Aci. Le popolazioni locali, di fronte ad una sconfitta sanguinolente sicura, preferirono capitolare, pagando la giziah. Nonostante questo, gli arabi rasero al suolo il castello e tutte le fortificazioni. Nel 909, comunque, il califfo 'al-Mooz, diede avvio alla ricostruzione delle locali strutture difensive ( il qalat). L’area fu denominata nel periodo arabo 'Al-Yâg o Lî-Yâg, e,  secondo lo storiografo musulmano Al-Muqaddasi, divenne un rilevante centro della Sicilia ionica.

Con la conquista della Sicilia da parte dei normanni (Roberto il Guiscardo e Ruggero d'Altavilla), fu introdotto nell’isola il sistema feudale. Vaste aree furono donate al governo di vescovi e milites. Con un atto amministrativo, primo reperto storiografico, la Terra d’Aci fu concessa all'abate e vescovo di Catania Angerio da S.Eufemia. Il territorio comprendeva i comuni odierni di Aci Castello, Aci Sant'Antonio, Acireale, Aci Catena, Aci Bonaccorsi e Aci Valverde (oggi Valverde). La terra di Aci è menzionata anche nel testo Libro di Ruggero redatto dal geografo arabo Edrisi, facente parte della corte normanna.
In una piccola cappella, all’interno del castello, sono ancora visibili resti di un antico affresco, legato alle reliquie di Sant’Agata, ivi probabilmente ospitate, ricondotte il Sicilia da Costantinopoli dai cavalieri Goselmo e Gisliberto, nel 1126, su richiesta del Vescovo abate Maurizio di Catania.

Il 4 febbraio del 1169 un terribile terremoto colpì la zona, a cui fece seguito una straripante eruzione dell’Etna. Si narra che proprio in questa occasione la lava del vulcano colmò il braccio di mare che divideva  il castello dalla costa. Sembra che la popolazione del posto cercò rifugio nella cosiddetta contrada di Aquilio (l’odierna zona di Anzalone), da cui fu denominata Aci Aquilia. Il termine deriva dal console romano Manlio Aquilio, che nel 104 a.C. avrebbe sedato nel sangue una insurrezione locale. Un nuovo terremoto ed eruzione colpirà l’area nel 1329. Con la successiva opera di ricostruzione si fonderà più a nord l’«Aquilia Nuova», cioè l’attuale Acireale. La precedente Aquilia fu denominata «la Vetere».
Nel 1239, per volere di Federico II di Svevia, il castello tornò al demanio, esautorando il vescovo Gualtiero di Palearia. Ma verso la  fine del XIII secolo, in periodo angioino, la fortezza tornò di proprietà del vescovo di Catania.

 

 
 

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