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La Sicilia e la stagione dello zolfo

Lo zolfo, minerale essenziale

Il bel sogno delle zolfare siciliane
L'incredibile storia delle zolfare
La questione degli zolfi
Vita in miniera
Le miniere di Riesi
Il Parco minerario Floristella-Grottacalda
Altre miniere di zolfo
La zolfara di Colle Madore ed il Mito
Pasquasia, miniera sì, ma diversa

Video sulle zolfare siciliane
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LE ZOLFARE SICILIANE

          Come per le tonnare, anche le
    zolfare raccontano la Sicilia
    all’avanguardia dell’Ottocento.
    Il mondo intero passava, allora, per
    le sue miniere. Terminata la stagione
    delle zolfare, rimangono bellissimi
    parchi museali di archeologia
    industriale. Una Sicilia, comunque,
    poco conosciuta.

   

     La zolfara di Colle Madore
     ed il Mito

     
     

 
   

La tomba di Terone ad Agrigento

Matthias Süßen - settembre 2008
Foto da Wikimedia Commons

 






 Il fatto che esistessero già in epoca romana cave a cielo aperto di zolfo, lega strettamente alcune zolfare con l’archeologia di tipo tradizionale. E’ il caso del sito minerario di Colle Madore, posto a poca distanza dal paese di Lercara Friddi, che si trova in provincia di Palermo. L’area venne sfruttata come miniera di zolfo, ma anche di gesso.
Casualmente, nel 1992, vennero ritrovati alcuni reperti storici. Più recentemente la Soprintendenza ai beni culturali e ambientali di Palermo, ha condotto diversi scavi archeologici (nel 1995, 1998 e 2004). In prossimità della cima del monte Madora si è scoperta un’area sacra, ma anche vani ospitanti, in antichità, una produzione di tipo metallurgica.
Gli scavi hanno dimostrato l’importanza strategica dell’area del colle. Essa collegava la parte settentrionale (tirrenica) con quella meridionale (mediterranea). Abitata già in epoca sicana, divenne testimone dello scontro tra l’Agrigento del tiranno Terone, con la polis cartaginese di Himera.
I resti riportati alla luce, secondo lo studioso Danilo Caruso, attesterebbero la presenza del tempio di Afrodite, che, secondo Diodoro Siculo, ospitava il sepolcro di Minosse, che venne ucciso dal re sicano Cocalo. Si suppone che Terone, dopo aver conquistato l’area, abbia dedicato il tempio da Afrodite-Astarte al culto di Demetra. Tuttavia, la collocazione del colle ne fece campo di scontro tra polis greche e polis cartaginesi. L’insediamento fu abbandonato e distrutto, parimenti ad Himera e Selinunte, alla fine del V secolo a. C..
Pur essendo la scoperta del sito archeologico abbastanza recente, i materiali rinvenuti sono di una certa importanza. Soprattutto, una statuetta di divinità femminile acefala ed un rilievo raffigurante una figura seduta su una vasca, forse Eracle o, secondo il mito, della morte di Minosse.
Queste novità archeologiche, oggi, sono ammirabili nel locale Museo civico.

 
 

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