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La Sicilia e la stagione dello zolfo

Lo zolfo, minerale essenziale

Il bel sogno delle zolfare siciliane
L'incredibile storia delle zolfare
La questione degli zolfi
Vita in miniera
Le miniere di Riesi
Il Parco minerario Floristella-Grottacalda
Altre miniere di zolfo
La zolfara di Colle Madore ed il Mito
Pasquasia, miniera sì, ma diversa

Video sulle zolfare siciliane
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LE ZOLFARE SICILIANE

          Come per le tonnare, anche le
    zolfare raccontano la Sicilia
    all’avanguardia dell’Ottocento.
    Il mondo intero passava, allora, per
    le sue miniere. Terminata la stagione
    delle zolfare, rimangono bellissimi
    parchi museali di archeologia
    industriale. Una Sicilia, comunque,
    poco conosciuta.

   

     Il Parco minerario
     Floristella- Grottacalda

     
     

 
   

Le Zolfatare dell'isola di Vulcano - Sicilia

Archipenzolo - 10 ottobre 2006
Foto da Wikimedia Commons

 





 Nella provincia di Enna, una delle zolfare più grandi è quella di Floristella e Grottacalda. Lo scavo in esse, come per le altre miniere di zolfo, iniziò nel XVIII secolo. Il metodo dell’estrazione si mantenne lo stesso fino almeno alla metà dell’Ottocento, quando entrarono nel duro lavoro i primi tipi di tecnologia mineraria. Fino a quel momento si basò essenzialmente sulle fatiche umane dei picconatori e dei bambini. In seguito, l’uso controllato delle mine, facilitò, in qualche modo, l’esistenza dei poveri zolfatari. Questa vita dura e senza speranze è descritta da Luigi Pirandello nella novella intitolata Ciaula scopre la luna.

Come accadde a molti imprenditori siciliani, anche
Agostino Pennisi, barone di Floristella, iniziò a dare una fisionomia più industriale alla produzione zolfifera, con l’introduzione di un minimo di tecnica ed organizzazione del lavoro.
Tra le dotazioni tecniche vi fu anche quella di un rapporto stretto con la linea ferroviaria Dittaino-Piazza Armerina-Caltagirone. La ferrovia attraversava, infatti, il complesso minerario.
Tuttavia, anche la zolfara Floristella-Grottacalda seguì il destino di tutte le altre miniere di zolfo siciliane. A causa della concorrenza americana, anche questa miniera entrò in una profonda crisi a metà del XX secolo. Negli anni venne chiusa e smantellata, unitamente alla linea ferroviaria che la serviva. Cadde rapidamente in abbandono.

Negli anni ’90 nacque
l'Ente Parco Minerario Floristella – Grottacalda. L’area è di 400 ettari complessivi. Di questi  200 appartengono a quella mineraria di Floristella e i restanti 200 a quella di Grottacalda. Ma mentre la zona di Floristella è di proprietà regionale, l’altra è privata. Oltre ai pregevoli siti industriali delle due zolfare, la qualità naturalistica del parco aggiunge un fascino del tutto particolare. Inoltre l’intera area lambisce località come il noto lago di Pergusa ed il parco faunistico-floreale della Ronza. Nel parco è inoltre compresa la zona boschiva che sostituisce la vecchia stazione ferroviaria  di Grottacalda.
Il bacino delle zolfare, pregevole esempio di archeologia industriale (le vecchie attrezzature e gallerie, con l’aggiunta dei ruderi delle abitazioni dei minatori), presenta un offerta turistica di beni ambientali, ma anche architettonici e culturali. Basti pensare alla vicinanza della villa del Casale di Piazza Armerina (nota per i bellissimi mosaici romani) ed i nuovi scavi archeologici di Morgantina, situati nel comune di Aidone.
Da visitare anche la villa padronale, prossima alle miniere, del barone di Floristella, Agostino Pennisi (suo proprietario), ma pure la masseria-villaggio di Roba Grande.

 
 

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