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MARSALA ED ALCAMO E
L'ECCELLENZA DEI VINI SICILIANI.
MARSALA ED ALCAMO
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Introduzione/Marsala
Bullet7blu.gif (869 byte) La città punica di Mozia.
Bullet7blu.gif (869 byte) Storia di Marsala.
Bullet7blu.gif (869 byte) Centro storico e castello medievale.
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Complesso dell'Annunziata dei Carmelitani.
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Il Convento e il campanile del Complesso.
Bullet7blu.gif (869 byte) La grotta della Sibilla.
Bullet7blu.gif (869 byte) Il museo del Baglio Anselmi.
Bullet7blu.gif (869 byte) Gli altri musei di Marsala.
Bullet7blu.gif (869 byte) Alcamo nel periodo medievale.

Bullet7blu.gif (869 byte) Alcamo, tra epidemie ed opere d’arte.
 

I VINI SICILIANI
Bullet7blu.gif (869 byte) I tanti vini siciliani.
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Il Marsala: secco, semisecco
o dolce.

Bullet7blu.gif (869 byte) Il Marsala di John Woodhouse.
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Marsala e Vincenzo Florio.
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Moscato di Pantelleria.

Bullet7blu.gif (869 byte) Il Malvasia delle Lipari.

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Video su Marsala.
Bullet7blu.gif (869 byte) Video su Alcamo.
Bullet7blu.gif (869 byte) Video su Pantelleria.
Bullet7blu.gif (869 byte) Video sulle Isole Eolie.
Bullet7blu.gif (869 byte) Video sui vini siciliani.

 

Bullet7blu.gif (869 byte)Bullet7blu.gif (869 byte) INDIETRO


   
   
      MARSALA ED ALCAMO
    
    Dal Marsala al Nero d'Avola,
     dal Passito di Lampedusa al
     Bianco d'Alcamo: la degustazione
     dell'eccellenza dei vini siciliani
     non ha mai fine.
   
     Il moscato di Pantelleria.    
     
     

 
   

Paradiso Pantelleria (TP)


Anto918 - 15 Dicembre 2008
 

 




da Wikimedia Commons


Anche il Moscato passito di Pantelleria è un vino DOC  da dessert, che viene prodotto sempre ed esclusivamente nella provincia di Trapani. Esso si ottiene da un vitigno di nome zibibbo, che gli da un sapore dolce. Il suo nome viene dalla parola araba zabīb, cioè "uvetta" o "uva passita". L'uva zibibbo, sarebbe originaria dell'Egitto (secondo il Salomon), in particolare Alessandria d’Egitto, da cui deriva il nome di Moscato d’Alessandria, e venne diffusa nel Mediterraneo ad opera dei Fenici, giungendo anche a Pantelleria. Secondo altre fonti (il Mendolia) la sua diffusione si deve agli arabi (che la chiamavano vite Zibibi). Di fronte l’isola di Pantelleria, sulla costa africana, si trova, infatti, Capo Zebib, individuato, secondo queste fonti, come  luogo di origine. Per la sua coltivazione gli arabi scavarono i caratteristici terrazzamenti che si vedono sull'isola.
La prima citazione dell’uva Zibibbo in Sicilia l’abbiamo dal Cupani nell’anno 1696. Il Nicosia, nel 1735, parlando del moscato d’Alessandria, lo giudica una varietà di vite ideale per le pergole.

 Il Moscato di Pantelleria è prodotto con la cultivar Moscato d’Alessandria. Tale cultivar ancora oggi continua ad essere la prima nella realizzazione di nuovi impianti. Da questo particolare vitigno si ricava non solo il moscato di Pantelleria, ma anche il vino zibibbo. Il moscato è andato affermandosi verso la fine del XIX secolo e gli inizi del XX. Secondo delle stime effettuate agli inizi del ‘900, riportate dallo Scarponi, vi era una produzione di poco inferiore agli 80.000 quintali di uva e poco meno di 15.000 hl di vino moscato. Oggi, la quasi totalità dell’intera produzione italiana di quest’uva viene coltivata a Pantelleria.

Le sue caratteristiche organolettiche sono: colore, dal giallo dorato all'ambrato; odore, tipico del moscato di frutta secca tipo albicocche; sapore, dolce e aromatico, tipico del moscato.
Il moscato di Pantelleria va servito ad una temperatura di 10-12 gradi, in bicchieri a tulipano medio-piccoli. L’abbinamento ottimale è con formaggi erborinati accompagnati da marmellate ricavate dallo stesso vino, o, in generale, con dolci da forno, in particolare con quelli d’origine siciliana, come paste di mandorla, cannoli siciliani e cassate siciliane, oppure è perfetto gustato insieme a gelati al pistacchio o alla ricotta. C’è anche chi lo preferisce abbinato con il foie gras.

 

 
 

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