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Teatri ed anfiteatri romani in Sicilia

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Video sugli anfiteatri siciliani
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TEATRI ED ANFITEATRI IN SICILIA

          Teatri ed Anfiteatri sono le
   strutture dove si svolgevano gli
   spettacoli nell’età romana, dal nuovo
   teatro ai combattimenti di gladiatori.
   Come tutto l’impero, anche la Sicilia
   possiede le vestigia di quest’attività
   ludica, che purtroppo si tende a
   dimenticare. Riscopriamola insieme.

   

    L'Anfiteatro romano
    di Catania

     
     

 
   

I resti visibili all'aperto dell'anfiteatro romano di Catania

Triquetra- 14 agosto 2011
Foto da Wikimedia Commons

 





 L'anfiteatro romano di Catania, unitamente ad altri edifici e reperti, fa parte del Parco archeologico greco-romano di Catania. Venne realizzato nel II secolo d. C., in un’epoca tra gli imperatori Adriano e Antonino Pio, nei pressi della collina Montevergine, luogo utilizzato un tempo come necropoli. Allora era limitrofo al centro abitato, nella periferia nord, oggi invece si ritrova in pieno centro storico, in piazza Stesicoro.

Se l’eruzione lavica dell’Etna, del 252-253, non lo cancellò, ad usarlo come cava di pietra ed intaccarlo ci pensarono prima Teodorico, re degli Ostrogoti, nel V secolo, e dopo Ruggero II di Sicilia, re normanno, nell'XI secolo, che lo utilizzò per l’edificazione della cattedrale di Sant'Agata (e forse anche per Castello Ursino, durante Federico II).
Poiché, nel XIII secolo, al tempo della
guerra dei Vespri, gli Angioini usufruirono dei vomitoria (gli ingressi del teatro) per entrare a Catania assediata, questi vennero murati nel secolo seguente e lo stesso rudere fu inserito nel sistema difensivo aragonese (nel 1302). Nel 1550, l’opera distruttrice raggiunse l’apice: l’Anfiteatro fu inserito nel percorso delle mura, con l’abbattimento  del primo e del secondo piano ed il riempimento di tutte le gallerie della costruzione romana.
Il famoso terremoto del 1693 (che azzerò l’intera Val di Noto) colpì anche Catania. Successivamente lo storico edificio fu totalmente interrato, per ottenerne una vasta Piazza d’Armi. L’Anfiteatro tornò utile anche per la
chiesa neoclassica di San Biagio.

L’Anfiteatro romano catanese non va sottovalutato. E’ sicuramente il più grande in Sicilia e può essere paragonato con altri in Italia, del calibro del
Colosseo, , l'Arena di Verona e l'anfiteatro di Capua. Di forma ellittica (secondo la tradizione romana), esso presentava delle dimensioni considerevoli. La sola Arena era di 70 metri (diametro maggiore) per 50 metri (diametro minore). Un grande corridoio, costruito con archi e volte, lo separava dalla collina adiacente, facendo anche da basamento  delle strutture soprastanti. La cavea, inoltre, era sorretta da muri radiali e volte. Su una galleria di distribuzione esterna sorreggeva il prospetto ad archi principale.
Aveva trentadue ordini di posti, realizzati in pietra lavica e poi ricoperti in marmo. Si è calcolato che durante le manifestazioni l’anfiteatro potesse contenere fino a 15.000 spettatori seduti ed altrettanti in piedi, alloggiati su strutture di legno, che venivano aggiunte.

Probabilmente era fornito anche di copertura tessile per l’eccessivo Sole o per la pioggia. Invece, il fatto che in esso si potessero svolgere naumachie (delle battaglie navali) con l’allagamento dell’arena, è considerato da molti studiosi pura fantasia.
Pur essendo costruito con grande semplicità decorativa, doveva possedere una certa nota coloristica, dovuta al bianco del marmo (nel rivestimento del podio) e della pietra calcarea (nelle gradinate), il colore scuro della pietra lavica (nelle scalette) ed il rosso dei mattoni (delle ghiere degli archi).
Tutt’altro tono era riservato all’ingresso principale di tipo monumentale. Oltre la porta in ferro, sono stati rinvenuti pezzi di colonne marmoree, le erme che erano poste ai lati dell'ingresso, due capitelli ionici ed un architrave con iscrizione. Anche le pareti in pietra lungo l’ingresso riportavano delle iscrizioni, essendo dedicate a personaggi famosi del periodo greco catanese: Stesicoro e Caronda. La leggenda vuole che i due fossero sepolti nelle vicinanze dell’anfiteatro. La famosa via Etnea, era denominata anticamente via Stesicoro.

 
 

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