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Teatri ed anfiteatri romani in Sicilia

    IL TEATRO ROMANO
Il teatro romano
Plauto e Terenzio
    LE STRUTTURE
Gli anfiteatri
L'architettura degli anfiteatri

Giochi e spettacoli in epoca romana
    TEATRI ED ANFITEATRI SICILIANI
Il Teatro greco-romano di Taormina
Il Teatro greco-romano di Solunto
Il Teatro greco-romano di Catania
L'anfiteatro romano di Catania
L'anfiteatro romano di Siracusa
L'anfiteatro romano di Termini Imerese

Video sugli anfiteatri siciliani
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TEATRI ED ANFITEATRI IN SICILIA

          Teatri ed Anfiteatri sono le
   strutture dove si svolgevano gli
   spettacoli nell’età romana, dal nuovo
   teatro ai combattimenti di gladiatori.
   Come tutto l’impero, anche la Sicilia
   possiede le vestigia di quest’attività
   ludica, che purtroppo si tende a
   dimenticare. Riscopriamola insieme.

   

    Plauto e Terenzio

     
     

 
   

Mosaico romano del I secolo a.C. raffigurante le maschere tragica e comica (Roma, Musei Capitolini)

 

Tsujigiri - 4 dicembre 2005
Foto da Wikimedia Commons

 





 Giunto a Roma dall’Umbria, Tito Maccio Plauto (in latino: Titus Maccius Plautus o Titus Maccus Plautus - Sarsina, 250 a.C. circa – 184 a.C.), si impegnò, almeno inizialmente,  nella rappresentazione delle Atellane. Si narra che abbia composto centotrenta commedie, ma di esse sono in nostro possesso solo ventuno. Egli era solito visitare spesso i mercati, dove incontrava gente del popolo, come gli schiavi, i soldati, le prostitute, conoscendone il carattere e i problemi degli stessi. Facendo base su questi risultava più veritiero e accattivante per gli spettatori. I suoi lunghissimi prologhi, sul tema della commedia, erano vere e proprie conferenze indirizzate alla plebe romana.
Plauto, pur nella grande capacita' di dipingere i personaggi, s’interessava, soprattutto, dell’intreccio, dei colpi di scena, i qui pro quo, della storia stessa, cercando, oltre che divertire, di catturare l’interesse e l’attenzione costante degli spettatori.
I dialoghi erano esposti con termini di autentica origine latina; musica e canto erano piacevolmente inseriti.

Publio Terenzio Afro (in latino: Publius Terentius Afer - Cartagine, 190-185 a.C. circa – 159 a.C.) nacque a Cartagine ed arrivò a Roma come schiavo del senatore Terenzio Lucano. Successivamente affrancato per la sua intelligenza e la sua “bellezza”, assunse il nome di Publio Terenzio Afro.
Autore latino fra i primi ad introdurre il concetto di
humanitas, (distintivo del Circolo degli Scipioni), Terenzio scrisse sei commedie (Andria, Hecyra, Heautontimorumenos, Eunuchus, Phormio, Adelphoe), che vennero rappresentate a Roma dal 166 a. C. al 160 a. C. Morì a 26 anni, nel 159 a.C., in un viaggio verso la Grecia e il Medio-oriente.
Tenendo conto che il mestiere del teatro era ritenuto indecente per un civis romano, a differenza di Plauto, sostenuto principalmente dalla plebe, Terenzio era maggiormente gradito all’alta nobiltà romana. Ovviamente, dato, l’esiguo numero di nobili, Terenzio non godè mai di un vasto successo. Dimenticato per molto tempo, fu riscoperto nel Rinascimento. Fu preso a modello da autori quali Racine e da Diderot.

Tra gli autori romani ricordiamo Seneca (266 d. C.), tragediografo. Le sue opere differenziavano da quelle ispiratrici greche per la struttura piuttosto complicata, forse caratteristica della tragedia romana. Tra le sue opere vi sono: Ercole, Agamennone, Tieste. Medea ed Edipo. Stranezza storica, nessuna delle sue tragedie fu mai rappresentata a Roma.

 
 

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