5/12

Teatri ed anfiteatri romani in Sicilia

    IL TEATRO ROMANO
Il teatro romano
Plauto e Terenzio
    LE STRUTTURE
Gli anfiteatri
L'architettura degli anfiteatri

Giochi e spettacoli in epoca romana
    TEATRI ED ANFITEATRI SICILIANI
Il Teatro greco-romano di Taormina
Il Teatro greco-romano di Solunto
Il Teatro greco-romano di Catania
L'anfiteatro romano di Catania
L'anfiteatro romano di Siracusa
L'anfiteatro romano di Termini Imerese

Video sugli anfiteatri siciliani
INDIETRO
 
     
     
         
   
TEATRI ED ANFITEATRI IN SICILIA

          Teatri ed Anfiteatri sono le
   strutture dove si svolgevano gli
   spettacoli nell’età romana, dal nuovo
   teatro ai combattimenti di gladiatori.
   Come tutto l’impero, anche la Sicilia
   possiede le vestigia di quest’attività
   ludica, che purtroppo si tende a
   dimenticare. Riscopriamola insieme.

   

    Giochi e spettacoli
   in epoca romana

     
     

 
 

Il teatro romano di Mérida, costruito tra il 16 e il 15 a.C. grazie agli auspici del console Marco Vipsanio Agrippa.


Ikiwaner - 20 settembre 2005
Foto da Wikimedia Commons

 

 Teatri e Anfiteatri, presenti in ogni città dell’impero, presentavano spettacoli gratuiti alla popolazione, sia in ricorrenze religiose che civili. Questa attività, che certamente doveva essere alquanto onerosa, aveva il suo motivo. Essa aveva l’effetto di mantenere la tranquillità delle popolazioni in ogni parte dell’impero. Era un vero e proprio metodo per l’amministrazione del governo da parte degli imperatori. Tant’è che Marco Cornelio Frontone (scrittore ed oratore romano del II secolo) scriveva: “il popolo romano ormai si preoccupa soprattutto solo di due cose, le vettovaglie e gli spettacoli.” Insomma, il famoso panem et circenses (pane e giochi). Gli spettacoli, unitamente alle Terme, erano utilizzati, infatti, per mantenere il popolo sereno nel suo tempo libero, amministrando con essi proprio quest’ultimo.

D’altra parte il tempo libero di un romano era tutt’altro che scarso. Alcuni studiosi hanno calcolato che i giorni di festa assommavano a oltre metà anno. In più alle festività religiose, si assommavano quelle civili, quelle delle corporazioni, quelle nelle singole Province, quelle locali, in campagna come nei singoli quartieri, oltre alle festività decise dall’imperatore stesso. Il totale risulterebbe: un giorno lavorativo per due di festa. Quindi il tempo libero sovrabbondava e gli spettacoli erano pressoché in continua successione.

Anticamente la maggior parte delle festività erano religiose ed avevano un carattere sacrificale in onore di un dio specifico, con un suo rituale e contenuto. Col tempo, dall’età imperiale, le motivazioni delle origini persero di significato, spesso furono del tutto dimenticate. Qualcosa rimase nel rituale o in determinate etichette. Prese piede invece la simbologia dello zodiaco: ogni cosa era simbolo delle entità della terra e dell’astrologia, un nuovo modo di interpretare l’esistenza.

Fu Augusto a decidere delle modalità e divieti specifici per le manifestazioni. Ad esempio, non si era accettati nei settori della tribuna se malvestiti o se ricoperti da un mantello, anzi, bisognava toglierlo per mostrare la toga bella delle grandi occasioni. Altrimenti si veniva allontanati. Nei settori principali gli schiavi (anche quelli liberati) non erano tollerati, come le donne se non accompagnate dal consorte. Quelle singole erano collocate nei piani alti dell’anfiteatro. Sempre Augusto vietò la presenza nella tribuna delle delegazioni di province o paesi amici. Questo perché spesso in esse erano presenti schiavi liberati e, quindi, sconveniente. Naturalmente, il comportamento dei notabili doveva essere consono e ben educato. Era vietato, inoltre, severamente, bere o mangiare durante lo svolgimento degli spettacoli.

I giochi gladiatori
Tra gli spettacoli che si tenevano nell’epoca romana, i combattimenti tra gladiatori e quelli tra gladiatori e animale feroci sono tra i più conosciuti. Quello che non si conosce è che anche questi confronti avevano un origine sacra. Documenti storici citano combattimenti in occasioni funebri, a loro volta originati dalla stessa tradizione Sannita, nell’Italia meridionale. Come detto, questo rapporto sacro si attenuò fino a scomparire del tutto in età imperiale.

Le lotte tra gladiatori, spettacolo che riscuoteva grande successo popolare a Roma, portarono dapprima alla costruzione di teatri in legno per poi essere coronati dalla edificazione di Anfiteatri sempre più grandi e monumentali. Questo tipo di “gara” si diffuse, in breve tempo, in tutto l’impero, anche nelle città più piccole (tra il I e il II secolo d.C.). Unitamente allo spettacolo si diffuse perciò anche il contenitore dove effettuarli. Gli anfiteatri vennero costruiti ovunque, divenendo una realtà caratterizzata e caratterizzante dell’epoca romana.
Il gradimento di questi combattimenti era tale da richiamare appassionati da ogni dove. Gli spettatori, oltre quelli locali, provenivano in grandi folle anche dalle città vicine e dalle campagne. Tant’è che gli anfiteatri erano posizionati in periferia o fuori delle mura, lungo grandi strade di collegamento. Esempio di anfiteatri fuori delle mura sono quelli di Verona e Milano. Non bisogna essere tratti in inganno dalle loro dimensioni, a volte piccole, ma considerare la popolazione di allora, che non era certamente quella di oggi. A ben pensarci era, invece, un successo enorme.

Con l’affermarsi del Cristianesimo, i combattimenti gladiatori furono considerati violenti e disumani, ma più dalle autorità che dalla popolazione. Dall’epoca di Costantino è un succedersi di divieti e di interdizioni (dal 326). Ma le scuole di gladiatori continuavano ad esistere, tanto che l’imperatore Costanzo II li riabilitò, per poi essere di nuovo proibiti da Valentiniano III. L’interesse comunque, al di là dei divieti, con la stessa diffusione del cristianesimo, progressivamente scemò del tutto. L’ultimo incontro di gladiatori si tenne al Colosseo in età barbarica, sotto Teodorico nel VI secolo.

 
 

HOME