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La strana evoluzione delle ferrovie siciliane 

Le ferrovie in Sicilia
Il binomio zolfare-ferrovie
L'ottica d'esercizio attuale
L'errore dello scartamento ridotto
La rete ferroviaria scomparsa
Gli imprenditori di Sikelia
La ferrovia Circumetnea
La ferrovia Agrigento-Licata
La ferrovia Lercara-Magazzolo
La stazione di Dittaino
La stazione di Porto Empedocle

Le zolfare siciliane

Video sulle ferrovie siciliane
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LE FERROVIE SICILIANE DEL PASSATO

          La grande produzione di zolfo,
    in Sicilia, richiese la costruzione di
    linee ferroviarie, allora
    all’avanguardia, per esportarlo.
    Fu realizzata una fitta maglia di
    strade ferrate, Di questo
    sorprendente passato rimane poco.

   

     La rete ferroviaria scomparsa

     
     

 
   

Stazione di Marinella di Selinunte

Poul Krogsgård - 30 Giugno 2008
Foto da Wikimedia Commons

 






 

Negli anni ’50, con la progressiva chiusura delle industrie zolfifere, anche molti tratti ferroviari, nati in loro funzione, furono dismessi. Stranamente, molte altre linee, che pure si mantenevano trafficate in funzione dei pendolari e dei passeggeri, in generale, anch’esse furono chiuse e dismesse, come la Dittaino-Piazza Armerina-Caltagirone, la Castelvetrano-Salaparuta e la Castelvetrano-Agrigento.

Tuttavia, in Sicilia, all’inizio del secolo, si continuava (forse a rilento), ad aprire nuove tratte ferroviarie. Purtroppo la manutenzione non andava allo stesso passo. Se la linea aveva problemi tecnici o piccole frane, la soluzione era solo quella di ridurre la velocità del treno, né tantomeno si introducevano innovazioni. Così, agli inizi del XX secolo, nuovi servizi alternativi si offrirono ai viaggiatori, come l’automobile, il motociclo o le linee private di autobus.
Negli anni ’50, se l’intera rete ferroviaria siciliana si configurava tecnicamente come molto eterogenea, con scartamenti normali e ridotti, il problema era, essenzialmente, sul tipo di motrice. Infatti, quando le FS misero in esercizio le automotrici FS RALn 60 (25 unità), si ebbe un notevole
rilancio del trasporto per viaggiatori. Ciononostante, i 25 locomotori diesel rimasero gli unici offerti alle linee siciliane, mentre, contemporaneamente, erano ancora in funzione vecchie macchine a vapore. Le tratte “secondarie” finirono per evidenziare carenze, a cui si sarebbe potuto rimediare.
In realtà, il problema non era solamente tecnico, ma, soprattutto, mentale. Alla fine dell’Ottocento, le ferrovie erano concepite come uno strumento di comunicazione all’avanguardia. Nella seconda metà del XX secolo, invece, le ferrovie erano considerate superate, in favore dell’autotrasporto. L’ottica politica ed imprenditoriale si rivolse verso la costruzione di strade e autostrade. Le vecchie tratte ferroviarie finirono, così, per essere considerate come “rami secchi” da tagliare. Gran parte delle ferrovie siciliane a scartamento ridotto, finirono per essere chiuse e dismesse.

 
 

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