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La strana evoluzione delle ferrovie siciliane 

Le ferrovie in Sicilia
Il binomio zolfare-ferrovie
L'ottica d'esercizio attuale
L'errore dello scartamento ridotto
La rete ferroviaria scomparsa
Gli imprenditori di Sikelia
La ferrovia Circumetnea
La ferrovia Agrigento-Licata
La ferrovia Lercara-Magazzolo
La stazione di Dittaino
La stazione di Porto Empedocle

Le zolfare siciliane

Video sulle ferrovie siciliane
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LE FERROVIE SICILIANE DEL PASSATO

          La grande produzione di zolfo,
    in Sicilia, richiese la costruzione di
    linee ferroviarie, allora
    all’avanguardia, per esportarlo.
    Fu realizzata una fitta maglia di
    strade ferrate, Di questo
    sorprendente passato rimane poco.

   

     La stazione di Porto
    Empedocle

     
     

 
 

La Stazione di Porto Empedocle

Pietrofattori - 12 Novembre 2011
Foto da Wikimedia Commons

 





 

Prima che, negli anni trenta, fosse aperta la nuova stazione di Agrigento Centrale, a servizio del capoluogo agrigentino vi era la stazione di Porto Empedocle Centrale. Questa era stazione terminale sia della tratta Palermo-Roccapalumba-Girgenti-Porto Empedocle, sia di quella (più antica) Castelvetrano-Ribera-Porto Empedocle, a scartamento ridotto. Essa, infatti, raccordava linee ferroviarie con diversi scartamenti.

La piccola cittadina con il suo porto, posto sulla costa meridionale della Sicilia, fu individuata, da subito, come capolinea ferroviario, già a partire dal 1860. A questa data non era stata ancora posta una sola traversina, ma il dibattito sulla costruzione di tracciati ferroviari nell’isola era acceso e avviato. Sempre a questo periodo si legarono anche i primi progetti concreti.

Importanti interessi erano collegati alla costruzione di ferrovie. Non solo perché all’avanguardia per il tempo, quanto per la necessità di smaltire, il più velocemente possibile, la grande quantità dello zolfo estratto dalle miniere della Sicilia centrale, dove stava nascendo una vera e propria industria mineraria.
Il porto più importante nel sud dell’isola fu individuato in quello di Porto Empedocle. Su di esso potevano essere convogliati i minerali delle aree di
Casteltermini, Montedoro, Comitini e Racalmuto.
Il piccolo centro marittimo venne raggiunto dalla linea nel 1876. Dieci anni dopo Porto Empedocle era in piena attività come lavorazione dello zolfo e del suo carico sulle navi mercantili.
Nel 1907, si diede l’avvio al progetto della tratta Castelvetrano-Selinunte-Porto Empedocle. Nel 1923, fu inaugurato il tratto che andava da Sciacca a Ribera. L’intera costa meridionale siciliana era servita dalla ferrovia. La tratta che collegava con Agrigento, fu però eseguita a scartamento normale, e, quindi, costringeva i viaggiatori a cambiare di treno per raggiungere il capoluogo.

Questa diversità tecnica non solo andava gestita con treni diversi, ma, soprattutto, con stazioni diverse. Alla Porto Empedocle centrale, si assommarono col tempo: “Porto Empedocle Succursale” che univa l’arrivo dello zolfo al porto; “Porto Empedocle Cannelle”, posta sulla direttrice Ribera-Castelvetrano e la “stazione Punta Piccola”, realizzata nella località omonima, altrimenti irraggiungibile.
Quando, nel 1933, fu inaugurata la nuova stazione di Agrigento Centrale, i due poli entrarono in conflitto. Infatti, i treni provenienti da Palermo furono fermati ad Agrigento. Le linee costiere, in particolare, quella proveniente dalla Ribera-Castelvetrano, avevano, però, lo scartamento ridotto, mentre il collegamento con la nuova stazione fu costruito a scartamento ordinario. Il rapporto tra Castelvetrano ed Agrigento venne reso possibile, nel 1951, con la realizzazione di un terzo binario a scartamento ridotto. Ugualmente la linea per Naro e Licata

Negli anni cinquanta, furono messe in servizio le nuove automotrici RALn60, sulle linee, a scartamento ridotto, che si dimostrarono, da subito, funzionali allo scopo. Queste, infatti,  impiegate sulla tratta tra Agrigento e Castelvetrano permisero un aumento dei viaggiatori. Numerosissimi furono i pendolari che, grazie all’innovazione tecnica, raggiungevano ogni giorno le fabbriche Akragas della Montecatini, poste a Porto Empedocle.

Gli anni cinquanta e sessanta si caratterizzarono per le dismissioni. Da un lato le miniere di zolfo, dall’altro le ferrovie. Lo sviluppo della rete stradale portò alla convinzione che il treno fosse una tecnologia superata dai tempi. Cosicchè molte tratte siciliane vennero dismesse. Se quella Castelvetrano- Porto Empedocle-Agrigento sopravvisse si deve al forte traffico viaggiatori che ne veniva veicolato. Tuttavia, la mancanza di alternative su questa linea durò poco. Con l’inaugurazione della Strada statale 115 Sud Occidentale Sicula, si preannunciò l’inizio della fine. Nel 1976, fu eliminato il terzo binario a scartamento ridotto, che permetteva l’arrivo delle motrici da Porto Empedocle. Due anni dopo, nel 1978, la Stazione di Porto Empedocle divenne di semplice raccordo tra Agrigento e Ribera. Negli anni ottanta, parte della linea ferroviaria di Porto Empedocle fu trasformata in carrozzabile.
Nel 1985, la ferrovia Palermo-Agrigento-Porto Empedocle venne elettrificata. L’utilizzazione, però, della stazione di Porto Empedocle centrale cessò nel 1994. Eppure, nel terzo millennio, la stazione ed il collegamento hanno ritrovato un uso che gli è proprio: quello di metropolitana di superficie. Inoltre, la pur breve tratta possiede ora una stazione intermedia, in prossimità della Valle dei Templi. Il servizio treno-navetta permette la connessione tra i due centri per viaggiatori e pendolari, in particolar modo, durante il periodo della settimana della Sagra del Mandorlo in fiore.

Per valorizzare la struttura ferroviaria, dal 2010, è nata l'Associazione Ferrovie Kaos, che non solo si occupa della manutenzione e della pulizia della tratta, ma, insieme a Trenitalia e alla Regione Siciliana, allestisce treni speciali per gite studentesche e turistiche. I convogli sono stati denominati Akragas Express. Con partenza da Agrigento, si sosta alla vicina Valle dei templi, per poi concludere la visita all’ex polo ferroviario di Porto Empedocle. Proprio in quest’ultima sede, si sta organizzando un centro museale di archeologia ferroviaria.

 
 

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