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Nauloco, la polis che manca all’appello

Alla ricerca di Nauloco
Inquadramento storico degli avvenimenti
La battaglia di Nauloco

LA RIVIERA TIRRENICA
Villafranca Tirrena
Il Santuario Ecce Homo di Calvaruso
Rometta, l'ultimo baluardo
Spadafora ed il castello Samonà
Venetico ed il Volto Santo
Scala e la Torregrotta dei benedettini
Fondachello, Valdina e Roccavaldina
Monforte e San Pier Niceto
Pace del Mela e Giammoro

Video sulla Riviera tirrenica
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NAULOCO E LA RIVIERA TIRRENICA

          La città di Nauloco, antica polis
    greco-romana, è famosa perchè
    nel suo mare avvenne la battaglia
    navale tra Pompeo ed Ottaviano,
    notizia riportata da diversi storici
    romani. Era localizzata sulla riviera
    tirrenica vicino Messina. Purtroppo,
    essa è scomparsa del tutto e ancora
    introvabile. Ma ci si può sempre
    consolare sulle belle spiagge delle
    cittadine sorte poi sulla riviera.

   

    Alla ricerca di Nauloco

     
     


 
 

Modello di trireme romana.

Tvpm -  
Foto da Wikimedia Commons

 




 Anche la Storia può divenire leggenda. E’ il caso della polis di Nauloco. Posta tra Milazzo (Mylae) e Capo Peloro a Messina (Messana), la città passò alla storia per la grande battaglia navale combattuta, nel 36 a.C., nelle sue acque. A fronteggiarsi Sesto Pompeo e Marco Vipsanio Agrippa, con le loro navi e le truppe di terra. Le navi di Ottaviano sconfissero quelle di Pompeo, costringendolo a ritirarsi nella vicina Messana, mentre le truppe avversarie occupavano Nauloco.
Il nome di Nauloco, deriva dal greco e significa “
rifugio per le navi”. In effetti, doveva trattarsi di un grande approdo con un bacino di ancoraggio e, in particolar modo, fornita di un cantiere navale per le riparazioni. Secondo le narrazioni storiche, le 300 navi di Pompeo vi fecero base prima della battaglia, quindi il porto doveva essere di una certa capienza.

Fin qui la ricostruzione storica. Il problema è che non si sono trovate tracce archeologiche dell’antica città. Naturalmente, è’ sorta una controversia sulla sua localizzazione.
Diversi autori latini citano la città, come Silio Italico , che la inserisce nel suo elenco di città siciliane. Appiano di Alessandria cita la cita, ponendola nel tratto di costa che andava da Milazzo fino al Promontorio di Tolomeo, cioè Capo Rasocolmo, ma più in prossimità del capoluogo messinese.
Il tratto di costa tirrenica, studiato dagli storici, è comunque il più citato come localizzazione della polis. Alcuni di essi prediligono la zona orientale. Giacomo Manganaro indica, infatti, il tratto ad est di Spadafora; l’area di Venetico è forse la più probabile e, comunque, la più citata dagli studiosi, in cui si sono ritrovati alcuni reperti archeologici; lo Ioli, invece, colloca Nauloco alle foci della fiumara di Saponara, oggi posta in località Divieto di Villafranca Tirrena.
Altri storici, invece, sono convinti della localizzazione della città nella parte occidentale, più vicina a Milazzo. Alcuni la individuano nel cosiddetto Pantano di Giammoro o presso la foce del Niceto (storicamente chiamato
Pantanum). Lo storico Giovanni Parisi unitamente all’archeologo Claudio Saporetti insistono, infatti, nell’ubicazione che va da Pace del Mela fino a Torregrotta.
Poiché non si è riusciti, tutt’oggi, a trovare testimonianze archeologiche, che convaliderebbero qualcuna di queste ipotesi, alcuni studiosi si sono indirizzati verso soluzioni alternative. E’ il caso dell’architetto Pietro Genovese, che la pone in zona San Paolino, praticamente nella parete occidentale di Milazzo, oppure, verso Patti, ad ovest del promontorio milazzese, teoria sostenuta da Nino Lo Iacono.
Nel 2008, nel mare, di fronte all’ipotetica Nauloco, è stato ritrovato un rostro romano (da parte
dei Sommozzatori della Capitaneria di Porto di Messina). La cosa confermerebbe il racconto della battaglia, avvenuta tra le flotte di Ottaviano e Sesto Pompeo.

 
 

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