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Nauloco, la polis che manca all’appello

Alla ricerca di Nauloco
Inquadramento storico degli avvenimenti
La battaglia di Nauloco

LA RIVIERA TIRRENICA
Villafranca Tirrena
Il Santuario Ecce Homo di Calvaruso
Rometta, l'ultimo baluardo
Spadafora ed il castello Samonà
Venetico ed il Volto Santo
Scala e la Torregrotta dei benedettini
Fondachello, Valdina e Roccavaldina
Monforte e San Pier Niceto
Pace del Mela e Giammoro

Video sulla Riviera tirrenica
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NAULOCO E LA RIVIERA TIRRENICA

          La città di Nauloco, antica polis
    greco-romana, è famosa perchè
    nel suo mare avvenne la battaglia
    navale tra Pompeo ed Ottaviano,
    notizia riportata da diversi storici
    romani. Era localizzata sulla riviera
    tirrenica vicino Messina. Purtroppo,
    essa è scomparsa del tutto e ancora
    introvabile. Ma ci si può sempre
    consolare sulle belle spiagge delle
    cittadine sorte poi sulla riviera.

   

    Pace del Mela e Giammoro

     
     

 

 
 

Veduta di Pace del Mela

 

 

 

 





 Il comune di Pace del Mela si suddivide in tante frazioni e contrade, quali: contrada Gabbia, contrada Camastrà, contrada Catenella, contrada Torrecampagna, contrada Malapezza e contrada Mandravecchia. Ma la frazioni più importante di Pace del Mela, a monte, è il centro di Giammoro, a valle. In effetti, la maggior parte dei suoi abitanti (circa 6.300), si suddivide tra il centro di Pace del Mela e Giammoro.
L’abitato, di non grandi dimensioni, di Giammoro è figlio dello sviluppo economico registrato negli anni ’50 e ’60. Il centro si colloca lungo la statale 113. Ma, in effetti ha una posizione geografica congeniale. Oltre alla statale, esso ha la linea ferroviaria con relativa stazione e il casello, con uscita per Milazzo, dell’autostrada A20, nelle dirette vicinanze. Essendo anche in territorio pianeggiante, attività come quella agricola, sono favorite.

Cenni storici e monumenti
Nei pochi ritrovamenti archeologici, si è avuta la fortuna di ritrovare antichi scheletri fossilizzati di elefanti, per la precisione, di Elephas mnaidriensis. Rinvenuti casualmente in scavi edilizi, questi risalirebbero ad un periodo che va dal tardo Pleistocene medio al Pleistocene superiore. La paleontologa Gabriella Mangano sulla base di essi ha ipotizzato che le coste della Sicilia nord-orientale fossero abitate da questo tipo di elefante, poi scomparso.
Purtroppo nei ritrovamenti ci si ferma qui. Anche strutture molto più recenti mancano all’appello. Sulla base dei documenti, non vi sono più tracce di tre piccole chiese: quella di San Pietro di Drisino, quella di Santa Maria e quella di San Nicola. Dell’antico palazzo nobiliare dei Gordone vi sono le antiche rovine. Non più ristrutturato dal 1706, si è perso con il passare del tempo.

Risalenti al XVIII secolo, vi sono, a Pace del Mela, antichi edifici legati alla presenza dei frati benedettini a Pace del Mela. Ne è un esempio il cenobio dei frati Cassinesi, collocato nel Palazzo Crimi-Pugliatti. La Chiesa Madre di Santa Maria della Visitazione, edificata nel 1763, e posta sulla piazza omonima, si relaziona anch’essa all’ordine dei benedettini. Fu, infatti, costruita dai frati appartenenti al Monastero messinese della Maddalena. Nella sua sacrestia vi sono vari ritratti (di autore anonimo) di importanti figure di frati, come quello del monsignor Gabriele Maria Di Blasi e Gambacorta o del priore Don Giacomo Crisafi. Al suo interno è presente, pure, un bellissimo organo a canne del 1750. Sempre del Settecento sono il Palazzo Ilacqua-Caprì (che oggi ospita la Biblioteca Comunale Salvatore Pugliatti) e la fontana, detta del Cavalluccio marino, scultura del messinese Giovan Battista Vaccarini.
Dello stesso periodo, è la chiesetta della Madonna dell'Abbondanza, posta nella frazione di Camastrà, che fu costruita nel 1720. E’ a tutt’oggi aperta al culto.

A cavallo tra Otto e Novecento si pongono alcune costruzioni di Pace del Mela. Tra esse troviamo la Chiesa del Redentore e il Palazzo Lo Sciotto, di proprietà di una ricca famiglia borghese locale, che è oggi di appartenenza del Comune.
Anche nella frazione di Giammoro vi sono degli edifici pregevoli, come due belle ville in stile liberty, dei primi del Novecento, come pure la chiesa della Madonna del Rosario
. Quest’ultima viene utilizzata poche volte l’anno, come in occasione della festa patronale.
Costruito nel 1909, uno dei due villini  di Giammoro, è il villino Crimi. Fu edificato per volontà del ricco borghese Don Rosario Crimi, che chiese all’architetto messinese Letterio Savoja di progettare e costruire una casa padronale. Essa faceva parte di un podere agricolo, di cui rimangono tracce tutt’ora. Successivamente, tra il 1915 ed il 1930, venne realizzato il secondo di essi, il villino Certo. Lo compose l’architetto messinese Camillo Puglisi Allegra, già autore della Camera di commercio e della Galleria Vittorio Emanuele III, ambedue a Messina. Il proprietario era il medico professor Giuseppe Certo Garipoli.

 
 

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