18/26
Castelli siciliani: lontane tracce di nobiltà.  
Bullet7blu.gif (869 byte) La tipologia del Castello
Bullet7blu.gif (869 byte) I Castelli fortificati “alla moderna”.
Bullet7blu.gif (869 byte) I Castelli di Federico II.
 
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello Ursino di Catania
Bullet7blu.gif (869 byte)
Il Castello di Aci Castello
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello di Adrano
Bullet7blu.gif (869 byte)
La Torre di Federico ad Enna
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello di Lombardia
ad Enna


 

Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello Maniace a Siracusa
Bullet7blu.gif (869 byte)
Il Castello di Eurialo a Siracusa
Bullet7blu.gif (869 byte)
La Cittadella di Messina
Bullet7blu.gif (869 byte)
Forte Gonzaga e Forte San Jachiddu a Messina
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello di Milazzo
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello arabo di Taormina
Bullet7blu.gif (869 byte)
Il Castello di Forza d'Agrò

Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello di Pentefur a Savoca
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello di Pietrarossa a Caltanissetta


Bullet7blu.gif (869 byte) La struttura difensiva di Erice
Bullet7blu.gif (869 byte)
Il
Castello di Bellumvider
a Castelvetrano

Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello di Maredolce a Palermo.
Bullet7blu.gif (869 byte)
Il Castello a Mare a Palermo
Bullet7blu.gif (869 byte)Il Castello di Carini
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello di Modica

Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello di Donnafugata a Ragusa


Bullet7blu.gif (869 byte) Video sui Castelli siciliani
Bullet7blu.gif (869 byte)
Video sui Castelli siciliani /2

Bullet7blu.gif (869 byte)Bullet7blu.gif (869 byte) INDIETRO
         
      
CASTELLI SICILIANI

       Ogni paese siciliano ha il suo
   Castello, perché queste imponenti
   opere erano considerate nel
   medioevo  “instrumenta regni”
.
   
Visitandoli oggi si può fare un vero
   salto all'indietro nel tempo, in una
   cultura ormai dimenticata.

   

   La struttura difensiva di Erice.

   
     
     

 

 
Corte interna del Castello di Erice. Sito dell'antico tempio di Venere,

Anabase4 - 15 Gennaio 2008
 

 
 


da Wikimedia Commons

 

 
  Le Mura
La cinta muraria
di Erice, definita “ciclopica”, edificata nel corso del tempo (dagli Elimi fino ai Normanni), chiude solo la parte a nord-ovest della montagna, in quanto tutti gli altri versanti sono a strapiombo e, quindi, inattaccabili. Le mura vanno dallo spiovente a nord-est di Porta Spada (a 682 metri) fino a Porta Trapani (a 727 metri), per una lunghezza complessiva di 700 metri. Sulla parte di Porta Spada è visibile ancora un posto di guardia d’epoca medievale, con feritoie e camminamenti.
Come abbiamo detto, il complesso della cinta muraria è stato eretto in varie riprese. Lo dimostrano le diverse tecniche di costruzione perfettamente visibili. Alla base, infatti, vi sono massi di grandi dimensioni sovrapposti ad «opus incertum» (epoca elima, VIII sec. a.C.), su cui sono ulteriormente posizionati filari di massi squadrati ad «opus rectum» (epoca cartaginese, VI sec. a.C.). Nella parte superiore, si notano, invece, massi di piccole dimensioni risalenti ad epoche posteriori al VI sec. a.C.

 
Il Castello
I Normanni erano, per antonomasia, costruttori di castelli. E’ evidente, data la posizione strategica di quello di Erice, mirarono l’attenzione su di esso, ricostruendolo e potenziandolo. Ristrutturato nel XII sec., sulla rupe sacra nell’antichità, quando già il tempio di Venere Ericina era ormai quasi interamente in rovina, possedeva un ponte levatoio (successivamente sostituito con un viadotto con gradini) con cui si collegava al piano circostante su cui erano erette tre torri congiunte da due cortine merlate, a fare d’avamposto.
Il castello di Erice presenta un “falso storico”. Si tratta della torre pentagonale presente sulla torre centrale. In realtà la torre fu distrutta nel XV secolo e ricostruita nel 1873 dal barone trapanese Agostino Sieri-Pepoli. Sempre il barone Pepoli realizzò, accanto alla fortezza, un ridente giardino pubblico all'inglese da cui si gode una spettacolare vista che abbraccia l'orizzonte per un giro completo tutt’intorno. Esso prende il nome di «Balio». Il nome è legato al castello, piochè, in epoca normanna, esso era residenza del «Bajulo», della sua corte e della sua scorta militare. In pratica esso era il rappresentante del re, che amministrava in sua vece la giustizia penale e civile e l'esazione dei tributi.
All’interno del castello sono presenti tracce dell’originario tempio di Venere Ericina. Gli scavi hanno dimostrato che aveva una pavimentazione in mosaico e non era di grandi dimensioni. Nella parte centrale della struttura militare si evidenziano, anche, tamburi di colonne ioniche, pezzi di fregi, decorazioni varie di ordine dorico. Esiste, sempre all’interno del castello, un muro di contenimento antichissimo denominato «Ponte di Dedalo» ed il così chiamato «Pozzo di Venere», presumibilmente un capace granaio e non la piscina della dea, come si narra.
 

 

 
 

HOME