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Castelli siciliani: lontane tracce di nobiltà.  
Bullet7blu.gif (869 byte) La tipologia del Castello
Bullet7blu.gif (869 byte) I Castelli fortificati “alla moderna”.
Bullet7blu.gif (869 byte) I Castelli di Federico II.
 
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello Ursino di Catania
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Il Castello di Aci Castello
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello di Adrano
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La Torre di Federico ad Enna
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello di Lombardia
ad Enna


 

Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello Maniace a Siracusa
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Il Castello di Eurialo a Siracusa
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La Cittadella di Messina
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Forte Gonzaga e Forte San Jachiddu a Messina
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello di Milazzo
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello arabo di Taormina
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Il Castello di Forza d'Agrò

Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello di Pentefur a Savoca
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello di Pietrarossa a Caltanissetta


Bullet7blu.gif (869 byte) La struttura difensiva di Erice
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Il
Castello di Bellumvider
a Castelvetrano

Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello di Maredolce a Palermo.
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Il Castello a Mare a Palermo
Bullet7blu.gif (869 byte)Il Castello di Carini
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello di Modica

Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello di Donnafugata a Ragusa


Bullet7blu.gif (869 byte) Video sui Castelli siciliani
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Video sui Castelli siciliani /2

Bullet7blu.gif (869 byte)Bullet7blu.gif (869 byte) INDIETRO
         
      
CASTELLI SICILIANI

       Ogni paese siciliano ha il suo
   Castello, perché queste imponenti
   opere erano considerate nel
   medioevo  “instrumenta regni”
.
   
Visitandoli oggi si può fare un vero
   salto all'indietro nel tempo, in una
   cultura ormai dimenticata.

   

   Il Castello Ursino a Catania

   
     
     

 

 
Castello Ursino a Catania.

Leandro Neumann Ciuffo - 12 Agosto 2008(2008-08-12)
 

 
 




da Wikimedia Commons

 

 
La corrispondenza epistolare tra Federico II di Svevia e Riccardo da Lentini, nominato “prepositus novorum edificorum”, responsabile della costruzione della rete di fortezze siciliane, ci restituisce una documentazione abbastanza chiarificante sulle fasi relative all’edificazione di Castello Ursino.

Il documento più antico in cui si fa riferimento al castello è una lettera del 1239 firmata dall’imperatore. Fanno seguito altre missive che contengono informazioni sulla reperibilità dei fondi per la costruzione dell’opera o riferimenti sulle scelte architettoniche.

A partire dalla sua costruzione, e per i secoli immediatamente successivi, il castello ha rivestito ruoli di primo piano nel regno, divenendo sede regia, ma anche edificio per il parlamento. Supera  incolume la colata lavica del 1669 ed il terremoto del 1693. Verrà infine utilizzato come caserma durante i secoli XVII e XIX.

Descrizione dell’impianto e delle decorazioni.

Il castello, ubicato inizialmente in cima ad un costone a strapiombo sul mare, si erge ora su di un paesaggio stravolto dalle colate laviche che hanno spostato la linea di costa ad hanno mutato notevolmente la morfologia del luogo, che si presenta oggi più esteso e pianeggiante. L’aspetto del monumento trasmette un senso forte di compattezza generale derivante dalla perfetta simmetria speculare della pianta quadrata (ogni lato misura 50 metri), tipico del razionalismo svevo. Ai quattro angoli vi sono quattro robuste torri, altre quattro semicilindriche sono inserite al centro di ogni lato.

All’interno si apre una vasta corte quadrata, dove, attorno, sono disposte quattro grandi sale con, ai fianchi, altre sale minori da cui poi è possibile accedere  alle torri angolari. Ogni sala grande è divisa in quattro campate alte circa 10 metri. Tre di queste sono coperte con volte a crociera costolonate appoggiate su capitelli, quindi su semicolonne inserite ai muri, l’altra con volta ogivale sorretta da archi impostati su pilastri. Gli ambienti secondari, ovvero le sale minori, hanno una copertura con volte a crociere costolonate ricadenti su pilastri o su mensole. Le quattro torri angolari sono cilindriche all’esterno ma ottagonali all’interno. Al piano superiore si accede tramite scale elicoidali, mentre  particolari impianti idrici sono stati ricavati dallo spessore dei muri.

I Castello Ursino è oggi spogliato delle antiche stratificazioni, superfetazioni e incrostazioni dei secoli successivi alla sua edificazione grazie al restauro effettuato tra il 1932 e il 1934. Sono stati comunque conservati elementi di particolare pregio architettonico, ovvero l’arcata che immetteva nella cappella di S. Giorgio (1391) ed il portale cinquecentesco.

Sul prospetto, all’interno di un’edicola, è l’aquila sveva che artiglia una lepre. Sul fronte a S si apre una finestra con pentalfa in intarsio di pomice e calcare.  All’interno, nelle sale secondarie, capitelli ornati di motivi floreali dal cespo di foglie nervate derivate. I peducci hanno forma tronco-piramidale rovesciata. Alcune chiavi di volta hanno decorazioni con rosoncini a foglie.  I gabinetti sono un esempio arredativo quasi unico per l’epoca. Sono forniti anche di un piccolo spazio per riporre il vaso da notte.

 

 
 

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