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Alcamo e la Scuola poetica siciliana

La lingua Volgare
Le lingue d'Oc e d'Oil
La Scuola poetica siciliana
La produzione lirica della Scuola
Giacomo da Lentini, il caposcuola
L'invenzione del Sonetto
Cielo d'Alcamo
Pier della Vigne
Altri poeti della Scuola
Il matematico Leonardo Fibonacci
Federico II e gli Svevi
Guelfi e ghibellini
 
Alcamo e la sua storia
Il castello d'Alcamo e le
antiche mura

Il castello di Calatubo
La Chiesa Madre ed altre chiese
Riserva naturale Bosco di Alcamo

Video su Federico II e la
Scuola siciliana

Video su Alcamo
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ALCAMO E LA SCUOLA SICILIANA

        Alla base dei grandi poeti
   toscani del Trecento (Dante, Petrarca
   e Boccaccio) vi è l’uso aulico del
   Volgare fatto dalla Scuola poetica
   siciliana alla Corte di Federico II di
   Svevia. Riscopriamola unitamente
   ad Alcamo, la città natale di Ciullo.

   

    Pier delle Vigne

   
     
     

 

 

Dante e Virgilio incontrano Pier della Vigna nella Selva dei Suicidi nel XIII Canto dell'Inferno

 

 
Foto da Wikimedia Commons

 




 

Pier delle Vigne, o della Vigna, nacque a Capua alla fine del XII secolo (1190 circa).
Storici della letteratura lo vogliono
allievo del maestro Bene da Firenze allo Studium dell'Università di Bologna (da una lettera di Terrisio d'Atina). Entrato nella corte dell'imperatore Federico II di Svevia nel 1220, con la mansione di notaio, fu nominato giudice nel 1225. La carica prevedeva, a quel tempo, anche la mansione di responsabile di missioni diplomatiche. Successivamente, ebbe una grande importanza nella stesura delle Costituzioni di Melfi, così chiamata perché fu emanata dal castello della cittadina lucana da Federico II, nel 1231. Fu un codice di leggi, ritenuto fondamentale nella storia del diritto.
L’ascesa di Pier delle Vigne nella Corte federiciana continuò brillantemente, tanto che, nel 124,7 fu nominato protonotario della Magna Curia, capo della cancelleria imperiale e logoteta, cioè, il funzionario che redigeva il  bilancio e tutti i conti dello Stato.

Purtroppo la sua carriera e la sua vita giunsero al capolinea, quando, due anni dopo (1249), fu arrestato a Cremona, portato nella Rocca di Federico II di San Miniato e quì accecato. La motivazione del fatto è incerta e ha dato adito a parecchie supposizioni. Un testo giuntoci ipotizza un accusa di congiura o di corruzione. Per le conseguenze (una possibile infezione) o forse per suicidio, morì poco dopo. Anche la sua fine non è attestata da documenti certi.

A livello della sua produzione letteraria Pier delle Vigne è considerato di grande importanza nella letteratura del medioevo redatta in latino. Operò anche nel settore poetico nella Scuola siciliana, utilizzando il volgare isolano. Con sicurezza gli sono attribuibili solo due canzoni ed un sonetto sulla natura dell'amore.
Il suo scritto più notevole è l'Epistolario latino, steso applicando le regole della retorica delle artes dictandi.
Tuttavia la sua fama è dovuta non per le sue opere ma perché citato nella Divina Commedia di Dante Alighieri. Nel canto XIII dell’Inferno, infatti, si legge:
L'animo mio, per disdegnoso gusto,
credendo col morir fuggir disdegno,
ingiusto fece me contra me giusto.”
Dante e Virgilio lo incontrano nella selva dei morti suicida. I versi si riferiscono all’infamante accusa di tradimento, da Dante non creduta vera, e lo assolve.

 
 

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