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CALTAGIRONE E LA CERAMICA SICILIANA

Bullet7blu.gif (869 byte) Introduzione
Bullet7blu.gif (869 byte) La prospera Caltagirone nella Storia.
Bullet7blu.gif (869 byte) Piccole perle si incontrano.
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Museo della Ceramica di Caltagirone.
Bullet7blu.gif (869 byte) Breve storia della Ceramica.
Bullet7blu.gif (869 byte) I millenni non sono acqua
Bullet7blu.gif (869 byte) Scuola e Museo: il segreto di Caltagirone.

 

Bullet7blu.gif (869 byte) Curiosità: il fischietto calatino.
Bullet7blu.gif (869 byte) Eventi a Caltagirone: la scala illuminata.

Bullet7blu.gif (869 byte) La Ceramica di Santo Stefano di Camastra.
Bullet7blu.gif (869 byte) Non dimentichiamo le ceramiche di Sciacca.

Bullet7blu.gif (869 byte)Bullet7blu.gif (869 byte) INDIETRO

   
   
     
CALTAGIRONE
    
    Un quartiere di oltre cento
     officine a Caltagirone nel
     Cinquecento produceva ceramiche
     e maioliche per tutte le città del
     Regno aragonese. Oggi lo fa per
     il mondo intero.
   
    La Ceramica di
     Santo Stefano di Camastra.
   
     
     

 
 

Santo Stefano di Camastra (ME), veduta aerea

 

LowSlow - 7 Maggio 2010
 

 




da Wikimedia Commons

 

I piccoli miracoli della operosità hanno trasformato nel tempo il minuto centro di Santo Stefano di Camastra, appena cinquemila abitanti, in un riferimento, nell’arte ceramica, noto in tutto il mondo. Caratterizzata da colori accesi, mediterranei, in raffinate composizioni solari, la ceramica stefanese (la cui tradizione si fa risalire al Quattrocento) caratterizza in ogni luogo la cittadina. Ovunque negozi e laboratori, ma anche la scuola d'arte per la ceramica e, anche qui, un piccolo Museo della Ceramica, posto all’interno di Palazzo Trabia (fine secolo XVII). Il palazzo storico fu voluto dal Duca Giuseppe Lanza Barresi, ed è decorato al suo interno anch’esso da preziose maioliche, realizzate sul posto.
Posta ai confini delle province di Palermo e Messina, la cittadina fa parte del Parco dei Nebrodi. In essa si trovano delle rare perle, come nel Duomo, del 1685, dove si possono ammirare statue e dipinti del '600 e del '700, o nella Chiesa di Maria SS. della Catena, dove trova posto l’elegante tomba del Duca di Camastra e una statua del '500 della Madonna della Catena.

Si presume che il centro sia sorto intorno al XI secolo. Dipendendo dal Monastero di S. Stefano ne prese il nome. Ha, agli inizi, lo stato giuridico di casale e, quindi, di feudo ecclesiastico. Passa, varie volte, di proprietà: da quella dell'Abbazia della SS. Trinità di Mileto (fino al 1454) a quella dell'Abbazia di S. Anastasia di Castelbuono (dal 1454 al 1683). Agli inizi del XVII secolo la politica della riappropriazione dei beni ecclesiastici porta alla nomina di principe di S. Stefano di Mistretta di Antonio Napoli, che diviene amministratore dei beni del priorato di S. Anastasia. In questo periodo la cittadina assume il nome di Santo Stefano di Mistretta essendo collegata al più grande centro di Mistretta.
Nel 1682 avviene la svolta: una enorme frana distrugge l’abitato. Il paese non esiste più. E’ per volontà del Duca di Camastra, suo signore, che ci si mette all’opera per ricostruirlo. Il principe Giuseppe Lanza, duca di Camastra, e la principessa donna Maria Gomez de Silvera chiedono ed ottengono dal re la licentia aedificandi (il 30 marzo del 1683). La ricostruzione viene effettuata su di un progetto urbanistico che la vuole un quadrato con inserito un rombo. Realizzato l’abitato, Giuseppe Lanza diviene principe della Terra e dello Stato di S. Stefano di Mistretta. L’attuale nome, S. Stefano di Camastra, viene assunto dal paese, in onore al duca, solo nel 1812, con la promulgazione della Costituzione in Sicilia.

 

 
 

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