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CITTA' CARTAGINESI   SICILIA FENICIA
Panormo   I Fenici e la civiltà mediterranea
Mozia   "Abitavano anche i Fenici tutte le coste della Sicilia"
Solunto   In conclusione
     
La Sicilia greca orientale   LA SICILIA NELLA PREISTORIA
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    SICILIA ANTICA
   Dal mito alla storia, analizziamo le
   civiltà d'origine che convivevano nel
   tempo antico in Sicilia: dalla
   preistoria alle colonie greche e
   cartaginesi.
 

Per saperne di più  

 
 
  1 - Mozia
  2 - Gli Scavi archeologici
  3 - I ritrovamenti
  4 - I ritrovamenti 2
 
   La Sicilia cartaginese
  
Mozia 3
   
 
     

 
 

Kothon di Mozia

 

Pitichinaccio - 18 Luglio 2006


 

 
 

da Wikimedia Commons

 

I Ritrovamenti

L'urbanistica di Mozia presenta carattere disomogeneo, dovutom probabilmente da interventi successivi. La parte centrale dell'isola è occupata da un sistema viario ortogonale molto simile a quello delle polis siciliane d'origine greca. Si suppone infatti che vi sia stata una sistemazione successiva ispirata al contesto greco. I quartieri risultanti hanno una grandezza superiore, probabilmente per la presenza di giardini interni.
Il tessuto urbano lungo la costa si adatta, viceversa, alla costa stessa ed è molto più frammentario, probabilmente perchè d'origine più antica. Similmente tra le prime opere realizzate vi sono le fortificazioni, l'area portuale, santuari e la stessa strada che collegava Mozia alla terraferma.
Le costruzioni di maggiore importanza sono state situate sui pochi “rilievi” dell'isola ( dai 6 ai 61 metri ): l'acropoli, il Santuario di Cappidduzzu e il Cothon, porto interno della città.

Le fortificazioni --- Le mura difensive di Mozia sono state costruite sul perimetro dell'isola di lunghezza di 2,5 chilometri circa . Essendo state realizzate su zone di calcare tenero hanno presentato la necessità di contini restauri o rifacimenti Sono state individiate quattro fasi successive, secondo le stesse tecniche di costruzione. Ingente il lavoro che riguarda la quarta fase in cui la tecnica costruttiva ha presentato la necessità di importare nell'isola materiali ivi non presenti. Un'ulteriore fase puà essere rappresentata da ristrutturazioni eddettuate con mattoni, eseguite probabilmente nell'ultima ricostruzione effettuata dai cartaginesi. Non molto è rimasto, anche se la cinta muraria era ancora visibile nel Seicento e nel Settecento.

La strada di collegamento con la terraferma --- Fu realizzata alla metà del VI secolo a. C. e collegava l'isola con il promontorio di Birgi. Totalmente artificiale era basata su una massicciata larga circa 12,50 m alla base, ed era larga per il passaggio di due carri ed era costegiata da muretti di sicurezza alti circa 45 centimetri. Attualmente è del tutto sommersa essendosi alzato il livello del mare.
Accanto ad essa, protetto anche da una scogliera parallela vi sono tracce di un'antico porticciolo.
Sul promontorio di Birgi sono state rinvenute tracce di una seconda necropoli con tombe ad inumazione e a cassa, la prima con sarcofagi monolitici e la seconda con lastroni di pietra.

La porta Nord --- L'ingresso alla città di Mozia avveniva tramite una serie di tre porte successive e pavimentate ad una distanza di 22 metri una dall'altra. Erano organizzate con due ingressi l'una divisi da un pilastro. La meglio con servata è quella esterna dove, probabilmente era situato il gruppo scultoreo di due felini che azzannano un toro, ritrovato nel 1793 e conservato nel Museo di Marsala.
L'area esterna, tra la porta e la costa era pavimentata. Di tre livelli successivi, il più esterno era pavimentato in lastre di calcare dove sono impressi due solchi lasciati dai carri che lo percorrevano. Esterna alla strada di 10 m di larghezza, vi sono due aree laterali pavimentate in ciottoli probabilmente ad uso pedonale.
Ai lati dell'area d'ingresso sono state ritrovate tracce di due sacelli, uno piccolo e l'altro molto più grande. I sacelli hanno forma caratteristica di deposito votivo del culto greco e punico. Nel lavoro di scavo sono state riportate alla luce anfore, capitelli di diverso stile, frammenti di ciotole e piccoli piatti, il tutto conservato nel Museo.

 
 
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