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   Morgantina, la polis della famosa Venere

     
 
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 La recente scoperta di Morgantina
Fondazione e storia di Morgantina
La Morgantina romana
Il sito archeologico: l'Agotà
Il Teatro, l'Area sacra ed il Granaio

 Le residenze nel quartiere orientale
Le residenze nel quartiere occidentale

La Venere di Morgantina
Il Tesoro di Morgantina
Il Museo archeologico di Aidone

Video su Morgantina
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
     
 
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      LA POLIS DI MORGANTINA 
  
   

       Nel gioco delle alleanze la polis
    siciliana di Morgantina non fu
    fortunata, tanto che all’inizio dell’età
    imperiale romana era già scomparsa.
    Persino la sua Venere è entrata nel
    contenzioso con il Getty Museum, poi
    risolto. Oggi, la vasta area archeologica
    di venti ettari, non totalmente scavata,
    riserva ancora molte sorprese nel
    particolare campo della bellezza.

    

      La recente scoperta di
     Morgantina

   
     
     

 
 
   

Il sito archeologico di Morgantina 

Clemensfranz - 29 agosto 2005
Foto da Wikimedia Commons

 





Al centro  della Sicilia, nel comune di Aidone, in provincia di Enna, si trova il sito archeologico di Morgantina. La città, d’origine sicula e greca, raggiunse il suo massimo splendore dalla metà del V alla fine del I secolo a.C. Tuttavia, mantenne la sua importanza anche nel successivo periodo romano. La sua parabola storica copre circa un millennio, dalla preistoria fino all’epoca imperiale  romana.
La collocazione della città era assai strategica. L’altopiano scosceso, infatti, era posto sui fianchi del monte Cittadella (578 m s.l.m.), che bloccava l’accesso alla valle del Simeto ed affluenti. Un vero e proprio passaggio obbligato per chi voleva raggiungere l’interno dell’isola. Altresì, la posizione risultava molto favorevole economicamente, in quanto ai piedi di Morgantina si trovava la fertile pianura del Gornalunga ed i pascoli ad essa limitrofi.

L’area archeologica di Morgantina, molto vasta, copre circa venti ettari di terreno.
I primi ritrovamenti nell’area di Morgantina risalgono all’Ottocento. Anche il grande archeologo Paolo Orsi lavorò sulla zona. In realtà la prima attribuzione dei resti fu alla città di Herbita. Solo rinvenimenti successivi hanno portato il riferimento, da parte degli stidiosi, alla polis di Morgantina.

La città greca è veramente ritornata alla luce nel 1955, quindi, abbastanza recentemente. Gli scavi vennero intrapresi da una missione archeologica statunitense dell'Università di Princeton.

E’ degli ultimi decenni il contenzioso tra governo italiano, il Getty Museum di Malibu e il Metropolitan Museum di New York, per la loro restituzione. Nel 2011, la famosa Venere di Morgantina e il così detto Tesoro di Morgantina sono ritornati in Italia. Si possono oggi ammirare nel museo archeologico di Aidone, unitamente ai numerosissimi reperti emersi dagli scavi.

Sul sito archeologico è stata recintata dalla Soprintendenza un’area dell’antico abitato, che i turisti possono visitare. Tra i grossi edifici pubblici scoperti, che si sviluppano, per lo più, intorno alla piazza dell'Agorà, si individuano: la "stoà settentrionale" (il ginnasio), la "stoà orientale" e quella "occidentale"; il doppio "santuario dell'Agorà"; il pritaneo, l'ekklesiasterion, il teatro (o koilon); e gli edifici di utilità pubblica, come il granaio pubblico, la "Grande Fornace" e il Macello d’epoca romana.
Numerosissime e molto belle sono le abitazioni private, ricche di mosaici e particolari. Tra queste possiamo annotare: la case "del Capitello dorico", "del Mosaico di Ganimede", "della Cisterna ad arco", "delle Ante fisse", "dei Capitelli tuscanici", "del Magistrato", la "Casa Fontana" e la "Casa sud-est”.

 
 
 

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