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Piana degli Albanesi e le isole linguistiche
Le isole linguistiche
La fondazione di Piana
degli Albanesi
Caratteristiche del centro storico
La lingua arbëreshë
L'Ortodossia di Piana
La gastronomia arbëreshë
 
Il gallo-italico in Sicilia
La distribuzione geografica
del gallo-italico
Il "francese" di San Fratello
Un particolare bilinguismo
Video su Piana degli Albanesi
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       PIANA DEGLI ALBANESI

    Fondata nel 1488 dopo la diaspora
    albanese, inizialmente era
    denominata "Piana dei Greci" dal
    
rito greco-bizantino professato.
    Dal 1941 si chiama Piana degli
    Albanesi, ma il suo nome in
   
arbëreshë è "Hora e Arbëreshëvet",
    che vuol dire letteralmente Città
    degli Albanesi
. Insieme al

    gallo-italico è una ricchezza
    culturale in più per la Sicilia.
 

   

     Il gallo-italico in Sicilia

   
     
     

 

 

Mappa politica dell'Italia nel 1000. In alto a sinistra il Regno di Lombardia

MapMaster - 2007

 
 





da Wikimedia Commons
 

   Il gallo-italico, chiamato anche dialetto alto-italiano, si struttura in Sicilia come isola linguistica alloglotta. Questo tipo di parlata si ricollega all’italiano settentrionale, soprattutto, nelle sue caratteristiche fonetiche. Il gallo-italico ha derivazione dalle lingue celtiche. E’ così denominato in quanto i romani chiamavano il nord-Italia Gallia cisalpina.
Attualmente quest’isola linguistica viene denominata
Sicilia lombarda o Lombardia siciliana. La definizione esatta di Lombardia va ricollegata alla dominazione Longobarda (da Longobardia, appellata anche Regno dei Longobardi), che la parte settentrionale (non solo la Lombardia) del paese ebbe a partire dal VI secolo d.C.

Le isole linguistiche gallo-italiche si formarono, come detto, con l’arrivo dal nord dei normanni
(alla fine dell'XI secolo), che, scacciati gli arabi, vi si insediarono. Le milizie e i coloni crearono nuovi insediamenti (come a San Fratello). Alcuni storici sostengono che l’emigrazione dal nord verso la Sicilia, soprattutto centrale e orientale, proseguì fino a tutto il XIII secolo. I coloni, in particolare, erano  provenienti dal Monferrato, e in genere dal Piemonte, dall’entroterra ligure di ponente e da alcune zone della Lombardia ed Emilia. Giunsero in Sicilia, in aiuto alle milizie normanne, anche soldati provenienti dalla Provenza, quindi, del sud-est francese.
La lingua d’origine longobarda, naturalmente, subì, con il passare del tempo, una successiva modificazione e contaminazione con il dialetto siciliano, mantenendo, tuttavia, buona parte dell’influsso fonetico, che lo distingue anche attualmente.

L’isola linguistica gallo-italica siciliana, come tutte le altre, ha subito, recentemente, una particolare erosione con la diffusione della scuola dell’obbligo e dei media moderni (radio, televisione, ma anche giornali ed oggi internet). Il gallo-italico siciliano è divenuto, quindi, un’eredità culturale sempre più preziosa.

 
 

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