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I Nebrodi, San Fratello ed i suoi cavalli.
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Il paese dei fratelli martiri
La storia fragile di un'area antica
La Grotta di San Teodoro
Il "francese di San Fratello
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Il Sanfratellano: nato libero
L'alta genuinità dei prodotti locali
 
 
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     SAN FRATELLO

      La millenaria civiltà dei contadini
   e dei pastori dei Nebrodi si
   rispecchia in numerose produzioni
   alimentari e artigianali. I formaggi e
   gli insaccati, ad esempio, trovano la
   loro massima espressione nella
   qualità e genuinità di quelli locali,
   che vengono, ancora oggi, lavorati
   dalle sapienti mani dei pastori
   siciliani.

   

    La Grotta di San Teodoro

   
     
     

 

 

La Grotta di San Teodoro

Lcvasi  - 24 giugno 2006

 
 

da Wikimedia Commons
 

 A nord del Monte San Fratello, sulla propaggine di Pizzo Castellaro, a 140 metri sul livello del mare, si trova la grotta di San Teodoro. Prende il nome dai monaci basiliani che, provenienti dall’oriente bizantino, vi si rifugiarono. Si trova a sud-est del borgo di Acquedolci, antica frazione di San Fratello.
Creata da fenomeni d’origine carsica,
la cui formazione è stata datata otto-dieci milioni di anni fa,  la grotta di San Teodoro si colloca tra i ritrovamenti d’età preistorica tra i più importanti in tutta la Sicilia. Al suo interno, infatti, vi sono stati ritrovati reperti di animali, ormai scomparsi, e tracce umane molto antiche. E’ stata datata risalente al Paleolitico superiore.

Fu individuata, per la prima volta, dal Barone Anca, nel 1859. Nei primi scavi, soprattutto, nella parte d’ingresso, furono ritrovati sedimenti fossili con ossa animali. Essendo la loro origine paleolitica, tra questi furono riportati alla luce resti di elefante nano, iena, cervo, cinghiale, orso ed asino.
Da allora diverse sono state le campagne di scavo, tra queste quelle condotte da Vaufray  nel 1925 e Graziosi e Maviglia nel 1942. Dal 1982 fino ad oggi, l’archeologo Bonfiglio ha portato avanti le recenti ricerche sulla preziosa grotta.

L’uomo preistorico abitò la caverna tra o 12.000 e gli 8.000 anni fa. Siamo in pieno Paleolitico Superiore italiano. Ma l’originalità della grotta di San Teodoro, è il ritrovamento al suo interno delle prime sepolture conosciute in Sicilia. Queste comprendono cinque crani e due scheletri completi e in ottimo stato. Su di esse si sono concentrate le ricerche, rappresentando presenza e cultura dei più antichi abitanti della Sicilia.

La sepoltura si caratterizzava già da un rituale specifico e particolare. I defunti venivano posti in una fossa poco profonda. Erano posizionati supini o alternativamente sul fianco sinistro. Intorno ad essi venivano lasciate ossa animale, ciottoli e  gioielli primitivi, come collane realizzate con denti di cervo.
Ricoperta di terra, la tomba veniva segnata con ocra sparsa sopra (un colore d’origine naturale).
Tra gli scheletri più importanti e in miglior stato di conservazione, vi è quello di una donna, di circa trent’anni e altezza di
164 cm approssimativa. E’ stata denominata  dagli archeologi Thea (dal latino Theodora), omonima, quindi, alla la grotta di San Teodoro.

 
 

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