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Piana degli Albanesi e le isole linguistiche
Le isole linguistiche
La fondazione di Piana
degli Albanesi
Caratteristiche del centro storico
La lingua arbëreshë
L'Ortodossia di Piana
La gastronomia arbëreshë
 
Il gallo-italico in Sicilia
La distribuzione geografica
del gallo-italico
Il "francese" di San Fratello
Un particolare bilinguismo
Video su Piana degli Albanesi
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       PIANA DEGLI ALBANESI

    Fondata nel 1488 dopo la diaspora
    albanese, inizialmente era
    denominata "Piana dei Greci" dal
    
rito greco-bizantino professato.
    Dal 1941 si chiama Piana degli
    Albanesi, ma il suo nome in
   
arbëreshë è "Hora e Arbëreshëvet",
    che vuol dire letteralmente Città
    degli Albanesi
. Insieme al

    gallo-italico è una ricchezza
    culturale in più per la Sicilia.
 

   

     Un particolare bilinguismo

   
     
     

 

 

Cartello bilingue (italiano/gallo-siculo) di inizio centro abitato a San Fratello (ME).

Azotoliquido - 12 giugno 2008(2008-06-12)

 
 





da Wikimedia Commons
 

   Tra gli aspetti curiosi legati alle parlate delle isole linguistiche è il bilinguismo. Esso nasce dal semplice fatto che i parlanti siciliani non capivono il linguaggio, ad esempio, gallo-italico. Per loro questi ultimi erano "i francisi", cioè "i francesi": siciliani stranieri in terrasaiciliana. I nativi di queste aree presero, perciò, a parlare nei campi e in famiglia, il gallo-italico, e in paese o con gli altri siciliani, in dialetto siciliano.
Agli inizi del Novecento, il gallo-italico divenne una lingua a se strante, tanto che alcuni poeti locali iniziarono ad utilizzarlo per le loro composizioni. E’ il caso di Antonino Ranfaldi, di Aidone, che in una sua composizione testimonia del loro bilinguismo con “i forestieri”. Oggi, i forestieri sono quelli che parlano italiano, piuttosto che gli altri siciliani, confermando quello che avviene ovunque, con la conoscenza dell’italiano e del proprio dialetto.

Una situazione diversa si registra per i comuni posti molto all’interno dell’isola. La loro posizione isolata ha contribuito al mantenimento della parlata originaria. E’ il caso, ad esempio, di
Nicosia, Sperlinga, San Fratello e Novara di Sicilia. Qui l’antico dialetto è divenuto fonte di orgogliosa identità paesana, elemento di coesione e di diversità. L’antica lingua è protetta e conservata, isola reale che li distingue e li associa. L’antico dialetto è diffuso in tutti gli strati sociali come lingua d’appartenenza e riconoscimento. Naturalmente e a maggior ragione, in questi paesi si utilizza il bilinguismo.

 
 

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