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Il cioccolato di Modica

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MODICA

        ""di inarrivabile sapore, sicché
   a chi lo gusta sembra di essere
   arrivato all'Archetipo, all'assoluto,
   che il cioccolato altrove prodotto
   - sia pure il più celebrato - ne sia
    l'adulterazione, la corruzione
."
   (Leonardo Sciascia)

   

   Modica Patrimonio
   dell'Umanità

   
     
     

 

 

Il Castello dei Conti di Modica. Torretta dell'Orologio

Attilios - 3 novembre 2006
Foto da Wikimedia Commons

 
 




  La cittadina siciliana di Modica (di circa 55.000 abitanti) è posta in provincia di Ragusa, nella parte orientale della Sicilia. E’ situata ad appena 15 km a sud del capoluogo di provincia.
La sua bellezza ha fatto sì che fosse inserito come comune Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO.

La cittadina
sorge sulla confluenza dei due fiumi, Pozzo dei Pruni e Janni Mauro (a carattere torrentizio), che creano quattro grandi zone dell’altopiano modicano, Pizzo, Idria, Giganta e Monserrato. I due fiumi, unendosi, creano quello denominato Modicano, una volta a carattere perenne, in quanto alimentato anche da alcune fonti, tra le quali quella della Fontana Grande. Tra il Cinquecento e l'Ottocento, le sue acque erano così abbondanti, che su di esso erano posizionati ben 23 mulini ad acqua. Con la trasformazione industriale dei mulini, le sorgenti furono adibite per la fornitura d’acqua dolce della rete idrica dell’abitato di Modica. Il fiume Modicano è stato coperto dall’attuale Corso Umberto I.
Tra Settecento e Ottocento, invece, per scavalcare il fiumi venivano utilizzati ben 17 ponti, tanto che, nel 1808, l'abate Paolo Balsamo di Palermo la trovò la città più caratteristica d'Italia dopo Venezia.

Il suo comune, molto grande, raggiunge un altezza fra i 500 ed i 550 metri nella sua parte più alta, nei pressi dei comuni montani limitrofi di Giarratana, Palazzolo Acreide e Monterosso Almo. Da questa quota discende progressivamente verso la costa, dove si trovano le frazioni marine di Maganuco e Marina di Modica. L’abitato si divide in due parti: Modica Alta e Modica Bassa. Nella prima, posta su un promontorio, sono presenti le rovine del castello medievale.
Dallo sperone del colle del Pizzo, dove è posto l’inaccessibile castello, il centro antico degrada verso le due vallate. D’origine medievale, con viuzze e lunghe scalinate, le case piccole e addossate l’una all’altra, nascondono la loro origine. Molte di esse sono collegate a caverne. Sulla collina si trovavano, infatti, circa 700 grotte, che anticamente erano abitate. Molte ora si trovano inglobate nel fitto centro antico. In questo si aprono le necropoli del Quartiriccio (al quartiere Vignazza), dove spiccano decine di tombe a forno, del  2200 a.C. circa, che sono state scavate direttamente nella roccia.

Nel corso del Cinquecento, l’enorme Contea di Modica (grande quanto l’attuale provincia iblea), per la precoce presenza di una classe di piccoli proprietari terrieri, fu ritagliata in numerosissimi appezzamenti. Ognuno di essi era marcato da muretti a secco. Il paesaggio modicano, così, è venuto caratterizzandosi proprio per la fitta rette dei muretti e dalla presenza di alberi di carrubo, che fanno del comune di Modica il maggior produttore italiano.

Nel 1693, dopo il catastrofico Terremoto del Val di Noto, che distrusse le città della Sicilia sud-orientale, la ricostruzione dei paesi colpiti fu all’insegna di un tardo barocco, così particolare da meritarsi il nome di Barocco siciliano. Anche Modica se ne caratterizzò. Così le chiese del paese affacciarono su grandi scalinate e ogni palazzo o costruzione costituisce un opera unica al mondo.

 
 

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