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Il cioccolato di Modica

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MODICA

        ""di inarrivabile sapore, sicché
   a chi lo gusta sembra di essere
   arrivato all'Archetipo, all'assoluto,
   che il cioccolato altrove prodotto
   - sia pure il più celebrato - ne sia
    l'adulterazione, la corruzione
."
   (Leonardo Sciascia)

   

    Il Duomo e il Duomo

   
     
     

 

 

Il cugino di Giuseppe Tomasi di Lampudusa, Lucio Piccolo, poeta.

Gmelfi - 3 settembre 2005
Foto da Wikimedia Commons

 
 




Il Duomo di San Giorgio
La Cattedrale è il più fotografato dei monumenti modicani. Simbolo della città e dello stile tardo barocco, che venne utilizzato (dopo il terremoto del 1693) per la ricostruzione, in generale, della Val di Noto e, in particolare di Modica. Lo stile, che pervade la Sicilia sud-orientale, viene, infatti, denominato Barocco siciliano. Questa unicità e tipicità, è sta colta dall’UNESCO , che ha inserito l’intera Modica e il Duomo di San Giorgio, nello specifico, nella lista mondiale dei Beni dell'Umanità.
Il Duomo di Modica è soprattutto la dimostrazione della fede e dell’identità dei modicani, che hanno superato mille traversie, ma mai abbandonato i suoi simboli. La chiesa che vediamo oggi è il risultato di continue ricostruzioni, restauri e ampliamenti, dovuti ai terremoti periodici che hanno colpito la città. Tra questi, quelli del 1542, del 1613 e del 1693 (il più distruttivo), e quello (ma con minori effetti) del 1848.

La chiesa si presenta a cinque navate, percorsa da 22 colonne con  capitelli corinzi. L’interno è particolarmente fastoso, ricco di opere d’arte.
L’altare maggiore è decorato con un prezioso polittico di ben 10 tavole. Vi sono dipinte le classiche scene della Sacra Famiglia e della vita di Gesù, che vanno dalla Natività fino alla Resurrezione e all'Ascensione del Cristo. In aggiunta, due tavole rappresentano i due santi cavalòieri, San Giorgio e San Martino. Il primo che uccide il Drago, e il secondo che divide il mantello con Gesù, presentatogli con gli abiti di un povero mendicante. Il polittico è stato attribuito, inizialmente, al messinese Girolamo Alibrandi (databile del 1513), è stato, nel Novecento, riferito al modicano Bernardino Nigro, che lo avrebbe dipinto nel 1573. Quest’ultima attribuzione è considerata dai critici molto probabile.
Tra le tante opere che si trovano nel Duomo, tra le altre, citiamo: la raffigurazione de L'Assunta del fiorentino Filippo Paladini (1610), il dipinto del Martirio di Sant'Ippolito del Cicalesius, del Seicento, una pittura su tavola su La Natività di Carlo Cane, sempre del Seicento.

Nella chiesa fa bella mostra di sé un grande e maestoso organo a canne, ancora funzionante, con 4 tastiere, 80 registri e 3000 canne. Fu costruito dal bergamasco Casimiro Allieri, tra il 1885 e il 1888.

I
l Duomo di San Pietro
Anche il Duomo di San Pietro è inserito nell’elenco dei Monumenti Bene dell'Umanità dell'UNESCO. Dopo una lunga diatriba (che inizia da Clemente VIII nel 1597), è stata posta allo stesso livello del Duomo di San Giorgio. Modica, quindi, ha due Chiese Madre.
La chiesa sarebbe stata costruita tra il 1301 e il 1350 (ne fa fede lo storico del Seicento Placido Carrafa), ma viene citata, per la prima volta, in un documento, del 1396, del vescovo di Siracusa.

Sempre ricostruita dopo i continui terremoti che la danneggiavano, fu, chiaramente, riedificata dopo quello del 1693. Eppure essa contiene resti dell’antica chiesa, come una cappella laterale, dedicata all’Immacolata, rimasta intatta. Si legge sul cupolino un’incisione che riporta la data del 1620.
Il progetto settecentesco di ricostruzione si deve ai locali Rosario Boscarino (di Modica) e Mario Spada (proveniente da Ragusa). Esternamente si raggiunge la chiesa attraverso una grande scalinata attorniata dalle 12 statue raffiguranti i 12 apostoli, che i modicani chiamano affettuosamente “I Santoni”. Sulla sommità si viene accolti da una facciata a due ordine semplice ma molto elegante, che è arricchita sul secondo da quattro statue, che rappresentano San Cataldo, Santa Rosalia, San Pietro e la Madonna. Sulla sommità è collocato un altorilievo, che riproduce  un Gesù Cristo in trionfo.

L'interno del Duomo di San Pietro è a tre navate e conta 14 colonne con capitello corinzio. E’ la struttura stessa della chiesa ad essere stupefacente. Infatti, la pavimentazione e le volte affrescate creano un ambiente suggestivo ed unico. Il pavimento presenta un gioco di marmi policroni ed intarsi di marmo bianco. La volta della chiesa, invece, è interamente affrescata, rappresentante scene tratte dal Nuovo e Antico Testamento. Questa grande opera si deve ai pittori del posto Gian Battista Ragazzi ed il figlio Stefano, che iniziarono i lavori nel 1760 circa, concludendoli nel 1780.
In questo ambiente molto decorato, spiccano diverse statue in marmo o legno. Attribuibile ad un allievo di Francesco Laurana, si trova una "Madonna di Trapani" (in marmo), realizzata intorno al 1470 circa. Sempre in marmo, troviamo la statua della"Signora del Soccorso" (1507), che presenta una particolare somiglianza con una realizzazione dello  scultore Giorgio da Milano (soprannominato Il Brigno), databile al 1497, e collocata nel Duomo di Termini Imerese. Realizzato invece in legno di quercia il gruppo statuario raffigurante San Pietro e il Paralitico, di Benedetto Civiletti, scultore palermitano, eseguito nel 1893.

Anche il Duomo di San Pietro, come quello di San Giorgio, possiede il suo organo a canne. E’ fornito di due tastiere, con 3200 canne e 32 registri. Fu costruito, nel 1924, dai fratelli Polizzi.

 
 

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