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LA CITTA' DI CATANIA
Bullet7blu.gif (869 byte) Il territorio catanese
Bullet7blu.gif (869 byte) Il vulcano Etna
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Excursus storico

Bullet7blu.gif (869 byte) Katane

Bullet7blu.gif (869 byte) Il Castello Ursino

Bullet7blu.gif (869 byte) Il Parlamento siciliano a Catania

 

Bullet7blu.gif (869 byte) Leggende catanesi
Bullet7blu.gif (869 byte) Leggende catanesi / 2
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Il Parco Letterario Verga
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LA CITTA' DI CATANIA
    
La piana ed il vulcano, il mare e la
    montagna, l'Oasi del Simeto ed il
    Parco dell'Etna, Castello Ursino ed
    il Barocco, tutti nella sola Provincia
    di Catania: la vera bellezza
    è sempre ricca di qualità.
   
    Excursus storico    
     
     

 
 

Terme romane a Catania.

 

Augulino Giovanni - 25 November 2006
 

 




da Wikimedia Commons

 

Catania è di origine greca. Secondo Tucidite VI, 3 e Strabone VI, 268, fu fondata dai Calcidesi venuti da Eubea in Sicilia, poco dopo il 730 a. C. Jerone Siracusano nel 476 a. C. espulse da Catania tutti i cittadini che egli mandò in Leontini, e la ripopolò con 10000 coloni in parte Siracusani e in parte Peloponnesiaci, cambiandole il nome di Catania in quello di Aetna. Dopo la morte di Jerone, i Catanesi lasciarono Leontini e, nel 461, s’impadronirono di nuovo di Catania, alla quale restituirono l’antico nome. Nel 403 a. C. Catania cadde in potere di Dionisio di Siracusa, e quindi rimase sotto il dominio dei re Siracusani sino alla venuta del corinzio Timoleone, per mezzo del quale ritornò libera ed indipendente. Durante la 1° guerra punica, dopo i primi trionfi delle armi romane nel 263 a. C., Catania si sottomise ai Romani, i quali la chiamarono Catina. Espugnata Siracusa dal cons. Marcello (212 a. C.) i Romani conquistarono interamente la Sicilia (210 a. C.), e la divisero in due provincie, amministrate da un "praetor"; della "provincia nova" facevano parte le città annesse dopo la prima guerra Punica, cioè Siracusa, Catina e le circonvicine. Catina fu tra le 5 "civitates immunes et liberae". Questo privilegio fu perduto sotto l'imperatore Ottaviano Augusto nel I sec. Nel V sec. Teodorico, re dei Goti, la soggiogò e i Goti la governarono sino al 535, nel quale anno il generale Balisario la restituì all’Impero. Nel sec. IX la conquistarono i Saraceni, ai quali la tolsero i Normanni verso la metà del sec. XI allora riacquistò il suo antico splendore. Il 4 febbraio del 1169, sotto il regno di Guglielmo il Buono, un tremendo terremoto la distrusse quasi interamente, lasciando circa 15000 vittime sotto macerie. Assediata dagli Svevi, resistette a lungo valorosamente, ma espugnata da Arrigo VI fu, per vendetta, incendiata. Federigo II la fece riedificare. Nel 1267 passò sotto il dominio di Carlo I d'Angiò, e obbedì con tutta la Sicilia agli Angioini sino al Vespro Siciliano. Gli Aragonesi la ressero dal 1282 al 1410 e quindi i re di Castiglia sino 1516, nel quale anno la Sicilia tutta passò sotto il dominio della Casa d'Austria. Nel 1669 un fiume di lava che raggiunse il mare devastò Catania, e pochi anni dopo cioè nel 1693 un terremoto durato tre giorni la ridusse un mucchio di macerie, sotto le quali giacquero i due terzi della popolazione. Fu tosto riedificata. Quindi seguì le vicende storiche dell'isola. Invano tentò d'insorgere Contro i Borboni nel 1837 con Siracusa, e poi di nuovo nel 1848. Finalmente nel 1860 fu tra le prime a combattere e a riacquistare l'indipendenza. Uomini illustri: Caronda legislatore, Filonide medico, Pitone poeta ed Oratore, vissuti prima dell'Era Volgare; tra i moderni: Nicolò Tedeschi o Tudisco erudito del sec. XV; Cosimo Nepita legista, primo commentatore delle Consuetudini Catanesi, del sec. XVI: Mario Cutelli sommo giureconsulto del sec. XVII; l’abate Vito Maria Amico storico e geogrago illustre autore della "Catania illustrata" (Cat. 1740-46) e del "Lexicon topographicum Siculum" (Panormi et Catanae 1757-60); Ignazio Paternò-Castello principe di Biscari. archeologo (morto nel 1786) il can. Gius. Recupero autore della "Vulcanologia dell’Etna" ossia "Storia naturale dell’Etna" (Catania 1815); Gius. Gioeni naturalista soprannominato il "moderno Plinio", autore della "Litologia Vesuviana"; Carlo Gemmellaro, geologo illustre; Giovanni Pacini, valente compositore musicale morto nel 1835, e l'immortale Vincenzo Bellini, genio sovrano nell’arte della musica (nato nel 1802 e morto nel 1835).

 

 
 

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