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Bronte e i suoi pistacchi DOP

Introduzione
Carlo V crea Bronte
Il Castello di Nelson: le origini
Il Castello di Nelson: la donazione
I fatti di Bronte: la rivolta
I fatti di Bronte: Nino Bixio
Testi storici sui fatti di Bronte
"L'oro verde" di Bronte
L'albero del pistacchio
Il Parco dell'Etna
Il Parco dei Nebrodi

Video su Bronte
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BRONTE

      Si fa tanto parlare delle
   produzioni d’eccellenza italiane.
   Il pistacchio DOP (
a Denominazione
   di origine protetta
) di Bronte è
   senz’altro una di queste.
   La cittadina etnea nella produzione
   dei pistacchi si confronta con il
   mondo intero.

   

    Il Castello di Nelson:
    la donazione.

   
     
     

 

 

Ritratto di Horatio Nelson

di Lemuel Abbott (1800)

 
 





da Wikimedia Commons
 

   Come abbiamo visto, Re Ferdinando IV di Borbone, nel 1799, donò il feudo di Bronte all'ammiraglio inglese Horatio Nelson. Con esso si intendeva ringraziare la marina inglese per il suo intervento decisivo contro i ribelli della Rivoluzione napoletana, che aveva deposto il Re borbone. Sedata la rivolta e restaurata la monarchia a Napoli, gli inglesi giustiziarono uno dei rivoltosi di maggiore importanza: Francesco Caracciolo.
Da questo momento il complesso dell’abbazia fu denominato Ducea di Nelson, che perdura tuttora. E’ poco probabile che l’ammiraglio abbia risieduto mai nel suo castello. Sappiamo che Nelson dopo questo, amava fregiarsi del titolo di Duca di Bronte. La cosa ebbe, comunque, ampio riconoscimento anche in Inghilterra.
Un pastore protestante, tale Patrick Prunty o Brunty, riconoscente al grande ammiraglio inglese, che sconfisse, successivamente, anche la flotta francese, cambiò, in suo onore, il cognome in Bronte. Le sue figlie, che divennero famose scrittrici, presero il nome di Charlotte ed Emily Bronte.

Gli eredi dell’ammiraglio, i Nelson Hood, vollero amministrare la proprietà direttamente o tramite fiduciario. Comprarono, inoltre, un palazzo nell’abitato di Bronte per rappresentanza, posseduto dagli eredi Nelson-Bridport. E’ stata avanzata l’ipotesi che vuole che Garibaldi inviasse Nino Bixio a Bronte, per reprimere l’insurrezione contadina dell’agosto del  1860, proprio per la presenza di questi latifondi di proprietà inglese. Questi ultimi, infatti, avevano permesso con la loro flotta il suo sbarco a Marsala, ma, soprattutto, stavano appoggiando politicamente la spedizione garibaldina.
Il poeta scozzese William Sharp dimorò, alla fine della sua vita nella casa ducale dei Nelson. Morì e fu sepolto a Bronte il 14 dicembre 1905. Nel parco della Ducea, collocata in un piccolo cimitero, è oggi ancora visibile la sepoltura del poeta, segnata, com’è, da una croce celtica nera in pietra dell'Etna.

Durante il periodo fascista, espropriata la Ducea, fu costruito, davanti al suo ingresso,  un piccolo quartiere, denominato "borgo Caracciolo". Questo non ebbe lunga vita, perché fu demolito dopo la Seconda Guerra Mondiale. La grande proprietà della Ducea fu alienata dai Nelson-Bridport (tornata di proprietà degli inglesi) pezzo dopo pezzo. Il parco retrostante fu danneggiato dalla costruzione di una piscina e di un campo da tennis. Gli eredi, infatti, vivevano tra l’Inghilterra, roma e la Ducea di Bronte. Nel tempo la costruzione fu abbandonata e divenne fatiscente.

Nel 1981 fu acquistato dal Comune, grazie ad un finanziamento ottenuto dalla Regione Siciliana. Negli ultimi decenni, il castello di Nelson è stato ristrutturato per collocarvi un museo, mostre e per la realizzazione di uno spazio conferenze.
Dell’antica costruzione normanna sono ancora visibili le navate, uno stupendo portico in stile gotico-normanno e l'abside dell'antico edificio, scoperto di recente con scavi nella zona dei magazzini. E’ ancora visibile il dipinto bizantino “di San Luca”. Del Castello, realizzato successivamente, rimangono, oltre ad una parte delle mura, anche due torrette medievali.

 
 

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