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Bronte e i suoi pistacchi DOP

Introduzione
Carlo V crea Bronte
Il Castello di Nelson: le origini
Il Castello di Nelson: la donazione
I fatti di Bronte: la rivolta
I fatti di Bronte: Nino Bixio
Testi storici sui fatti di Bronte
"L'oro verde" di Bronte
L'albero del pistacchio
Il Parco dell'Etna
Il Parco dei Nebrodi

Video su Bronte
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BRONTE

      Si fa tanto parlare delle
   produzioni d’eccellenza italiane.
   Il pistacchio DOP (
a Denominazione
   di origine protetta
) di Bronte è
   senz’altro una di queste.
   La cittadina etnea nella produzione
   dei pistacchi si confronta con il
   mondo intero.

   

    Il Castello di Nelson:
    le origini.

   
     
     

 

 

Concorso fotografico nazionale, edizione 2009, Il Castello di Nelson a Bronte, Foto di Vittoria7

 

 



 

  Le due strade, quella di Bronte e quella dell’ammiraglio Horatio Nelson, ebbero ad incrociarsi nel 1799, quando Ferdinando I Re delle Due Sicilie nominò l’inglese duca di Bronte. Il feudo di Bronte donato, aveva come maggiore costruzione l'Abbazia di Santa Maria di Maniace, fondata dalla regina Margherita di Navarra, madre di Guglielmo II detto il Buono, nel XII secolo. Essa è situata fra i comuni di Bronte e Maniace. L’Abbazia è denominata, anche, in altri modi, come: Ducea di Nelson, Castello di Nelson o Ducea di Maniace. La struttura è attualmente musealizzata.

Essa è citata per la prima volta da un documento del 1150, redatto in epoca normanna dal geografo Edrisi. La costruzione viene individuata con il  nome
Manyag o Giran ad-Daqiq, che significa "Grotta della Farina"

La storia della fondazione dell’Abbazia si lega al generale Maniace e ad una leggenda. Questa narra che sul luogo dove è costruita, avvenne un durissimo scontro tra musulmani ed un esercito di romani, lombardi e bizantini capitanato dal Maniace. La battaglia fu così sanguinosa da colorare di rosso il fiume limitrofo, chiamato ancora oggi “Saracena”. A vittoria conseguita, il generale volle ringraziare la Madonna fondando sul posto un piccolo cenobio. Ad essa sempre la leggenda narra, fu regalato dal generale Maniace un prezioso quadro, che la tradizione vuole dipinto da San Luca.
La struttura originaria andò perduta, probabilmente a causa del tremendo terremoto del 1169. Dopo pochi anni (nel 1173)
la regina Margherita, fondòsulle macerie un'abbazia benedettina (che verrà dedicata a Santa Maria). All’Abbazia la regina collegò un feudo di grandi dimensioni, che si dimostrò di grande ricchezza agricola. Sembra che la stessa regina Margherita vi risiedette nell’ultima parte della sua vita. Fu di molto accresciuta con nuove strutture.
Il primo abate fu il francese Guglielmo di Blois. Tra i successivi (gli abati commendatari) va citato il cardinale Rodrigo Borgia, che in seguito divenne papa col nome di  Alessandro VI

Un documento del 1373 parla, a proposito del monastero, di fortilicium, e un altro del 1422 di turris. Si presume, perciò, che le due definizioni si riferiscano a lavori di fortificazione del sito, tanto dal giustificare il termine “castello”.
Nel 1491, papa Innocenzo VIII donò la struttura (unitamente al convento di San Filippo di Fragalà, in provincia di Messina) all'Ospedale dei Poveri di Palermo. Nei secoli l
'Abbazia di Santa Maria di Maniace è tata abitata da frati benedettini, poi dai Basiliani, successivamente  i Frati Eremiti di S.Agostino, e, infine,  dai frati Francescani.
Lo storico terremoto del 1693, che distrusse la Val di Noto, apportò danni all’edificio originario, che comunque fu restaurato, anche se con stile diverso.
 
 

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