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LE ISOLE EOLIE
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    LE ISOLE EOLIE

   Alla ricerca spirituale del "perdersi"
   in una natura rustica e incontaminata

    Il turismo alla riscoperta
    delle Eolie

 

Per saperne di più  

 
 
   

 
 

Lipari, il porto con l'attracco
dell'Aliscafo

 

Clemensfranz - 05 Giugno 2006
 

 
 
 

da Wikimedia Commons

 

La fortuna per Panarea e le isole Eolie arriva con il turismo. Incredibilmente è il cinema a fare cassa di risonanza alla riscoperta del fascino “primitivo” delle isole. Con il film Stromboli terra di Dio di Roberto Rossellini (con protagonista femminile la giovane Ingrid Bergman) negli anni cinquanta e con il film L'Avventura di Michelangelo Antonioni negli anni sessanta (ambientato in larga parte a Panarea, Basiluzzo e Lisca Bianca) il pubblico mondiale ammira la straordinaria bellezza dell'arcipelago vulcanico, unico al mondo, ed inizia un turismo alla ricerca emotiva del "perdersi" in una natura rustica e incontaminata e non priva di scomodità come la mancanza di elettricità o la scarsità d'acqua. L'ambiente permette di fare il bagno su piccole spiagge tra le rocce in grande tranquillità. Si possono raggiungere in barca zone come Strombolicchio o Ginostra del tutto incontaminata dove ci si muove a dorso di mulo. Ci sono zone ancora irragiungibili se non con barche o muli. Ma tante sono le possibilità di escursioni, come, ad esempio, a Stromboli sul vulcano fino a quota 900, accompagnati da guide esperte.
Molto si è fatto per accogliere i turisti, diminuendo le scomodità, o costruire discoteche e locali (anche se è vietato diffondere musica oltre le due di notte), od organizzare feste sulla spiaggia nella stagione estiva. Esiste ancora, tuttavia, la volontà di non andare “oltre”: per decisione del comune di Lipari non esiste l'illuminazione elettrica delle strade, che permette sensazioni uniche, come guardare il cielo stellato di notte, cosa quasi impossibile in città. Dall'Osservatorio di Stromboli è possibile vedere la lava incandescente.
Avendo ogni cosa il risvolto della medaglia, il turismo di massa erode pian piano l'originaria bellezza e suggestività. L'arcipelago rischia la possibile cementificazione, avvenuta altrove, ma, soprattutto, la spersonalizzazione in una banale e stereotipata bellezza, che non corrisponde all'antico spirito eoliano, vero prodotto di quei 5000 anni di storia delle isole Eolie.

 
 

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