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Premessa
Il mondo dei Nebrodi
Cenni storici
La scultura dei Nebrodi
L'architettura medievale
L'architettura rinascimentale
  Il territorio: geologia
Il territorio: morfologia
Il territorio: idrografia
Il territorio: vegetazione e flora
Il territorio: fauna

INDIETRO
 
     
     
 Conosciamo i Nebrodi
   IL TERRITORIO DEI NEBRODI:
   L'AMBIENTE NATURALISTICO, ANTROPICO,
   STORICO E   CULTURALE
 

Per saperne di più  

 
   
 
  Cenni storici    
     
     

Testo di Francesco Cimino


 

 
I NEBRODI PER IMMAGINI
 
Foto di Chiara Samugheo

 










 
Si hanno ben poche conoscenze dell’epoca preistorica e protostorica sugli insediamenti e sulle culture della Sicilia settentrionale, se si esclude l’area delle Isole Eolie e dell’attigua penisola di Milanno, dove scavi e studi sistematici sono stati avviati nel ‘50. Pare comunque certo che Ausoni, Siculi e Morgeti si siano insediati nell’area dei Nebrodi sul finire dell’età del bronzo e l’inizio di quella del ferro.

Dagli scavi cominciati nel ‘50 e dai più recenti effettuati nelle zone di Longana, di Rosmarino e soprattutto, di Tindari, si ricava la conferma delle migrazioni avvenute intorno alla metà del XII0 secolo avanti Cristo. Queste culture rimasero per diversi secoli incontaminate dalla colonizzazione. È questo che, probabilmente, ha consentito alle popolazioni locali di organizzarsi in maniera autonoma, creando centri urbani vitali ma non particolarmente estesi e potenti. Un vero e proprio sviluppo si ebbe solo in epoca romana, allorché il territorio assunse una grande importanza strategica.

La spinta colonizzatrice romana si esercitò quasi esclusivamente sulla costa, creando le premesse per le civiltà di Tindari, di Aluntium e di Apollonia. La penetrazione verso l’interno - ad opera dei costruttori romani di navi - contribuì a far sorgere qualche villaggio, ma provocò gravi danni alle foreste.

La decadenza dei traffici commerciali e la pressione della pirateria mise in crisi il sistema urbano ed economico della costa. Ne approfittarono i bizantini per favorire la penetrazione attraverso l’interno con insediamenti a carattere religioso e architettura basiliana (San Filippo di Fragalà, il santuario dei santi Alfio, Filadelfio e Cirino presso San Fratello, San Nicolò del Fico a Raccuia). Una svolta fondamentale per tutta la storia della Sicilia, in particolare per il territorio dei Nebrodi, si ebbe con la conquista araba, iniziata nel IX0 sec. e portata rapidamente a termine anche per il favore degli indigeni i quali furono attratti dalla illuminata politica economica degli invasori che allentarono la pressione fiscale - che era diventata molto pesante in epoca bizantina - e favorirono in tutti i modi la ripresa dell’agricoltura, della pesca e del legno.

Sorsero così villaggi, fattorie, abitazioni contadine in ogni plaga coltivabile. Si sviluppò l’allevamento di bestiame, ma, purtroppo, anche un sistematico disboscamento per fornire di legno duro gli arsenali navali. Alla luce di recenti ricerche sembra assai probabile che l’origine di molti centri dei Nebrodi, come l’attuale Caronia, Galati Mamartino, San Salvatore di Fitalia, i casali di Anzan e Lisica presso Sant’Angelo di Brolo, risalga al periodo saraceno. Secondo un’ipotesi seducente il toponimo di Ficarra deriverebbe dall’arabo El Fakkar, la gloriosa.

 
 

     

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