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1 -
Atrio
In esso sono esposte: la collezio-
ne dei piatti di ceramica di ma- nufattura calatina (Caltagirone),
diverse sculture in pietra raffigu- ranti angeli, fiori,
colonnine ed altri particolari provenienti da portali e mensole
di balconi. |
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2 - Ex
stalla
L'ambiente è stato identificato
(per il pavimento in acciottolato) come probabile stalla
dell'edificio precedente a quello settecen- tesco. In esso sono
esposti una collezione di pupi siciliani della fine dd XIX sec.,
alcuni cartello- ni e fondali in tda dipinta che servivano ai
cantastorie per illu- strare le gesta dei protagonisti di
episodi epico-cavallereschi; pezzi di carretti siciliani
scolpiti e di- pinti dagli artigiani costruttori chiamati
carradori e una collezio- ne di giocattoli.
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3 -
Cortiletto
Con scala esterna per l'accesso al piano superiore. In
un angolo la cisterna utilizzata per la raccolta
delle acque piovane che : convogliate dai tetti con
tegole e grondaie chiamate ciaramira.
Sopra il pozzo la curchera in ferro
battuto con appesi i ganci che servivano per il
ripescaggio del
secchio.
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4 -
Stalla
In un angolo una piccola mangia-
toia, per il mulo, prezioso anima- le, adibito al trasporto di
oggetti e derrate alimentari. Esposti gli attrezzi agricoli di
uso quotidia- no che il massaro trasportava con sé in campagna:
ditali di canna per proteggersi dal taglio d<c'i1a falce, u
capu i laurari; bastone |
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con una corda ed una paletta, la varausCt'la, che
serve a ripulire il vomere dell'aratro a chiodo, l'er- pice,
i crueddi, che erano conte- nitori per il trasporto
sul mulo di brocche, piccole giare, pietre, ecc, Appesi a
lunghe assi pen- denti dal soffitto stanno in fila i collari
per ovini e per bovini, al- cuni scolpiti e dipinti, con il
rela- tivo campanaccio, che si mette- vano al collo degli
animali per in- dividuarli anche quando si na- scondevano
alla vista. |
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5
- Maiazzè
Era il luogo dove, fino alla
metà del sec. XX, veniva setacciato il frumento con il
grande crivello appeso alla volta a botte di co- pertura. Su
di un lato il granaio, separato dal resto dell'ambiente da
una parete lignea che presen- ta, nella parte bassa, piccole
sara- cinesche (dalle quali si prelevava
il frumento conservato)
e nella parte
alta, appesa, una collezione di cucchiai, colabrodi,
forchetto- ni, Gazze per la ricotta, ricavata
àrtigianalmente da tronchi di le- gno. Vi sono esposti gli
attrezzi del calzolaio e del
barbiere, il corredo del neonato, varie scul- ture in legno
ed oggetti di carat- tere religioso tra cui un piccolo
altarino in legno.
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6
- Frantoio
Il trappito, l'ambiente adibito alla
produzione dell'olio. In esso la macina in
pietra, la mola soprana, avanzava,
trascinata da un mulo bendato, sulla mola sottana,
frantumando le olive che u mastro di pala ammucchiava
sotto ad essa. La poltiglia prodotta riempiva le colle,
particolari contenitori in liana, che si disponevano
sotto il torchio di legno il quale,
azionato a mano tramite una stanga, le metteva sotto
pressione, facendo sgorgare l'olio, che dalla grande lumera
in pietra scorreva giù nelle vasche
di decantazione. In esse, per il peso specifico minore di
quello dell'acqua, l'olio galleggiava e veniva raccolto alla
superficie con particolari mestoli e
versato nelle giare. A sinistra è visibile il purgatorio,
vasche in muratura |
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dette a morti per la raccolta della murga o
acque di rifiuto, da cui i lavoranti raccoglievano l'olio
dell'ultima decantazione per la produzione casalinga del
sapone, e per l'illuminazione. In un angolo il torchio di
legno utilizzato per l'estrazione del miele raccolto dagli
alveari o dalle arnie di/erra, ferula. I favi
venivano disposti nelle coffe e pressati con il
torchio azionato a mano. li miele cadeva giù dentro il
bbàunu sottostante e raccolto nelle bburntè. li
prodotto rimasto nelle coffe era per la maggior parte
cera vergine grezza,che veniva poi venduta alle botteghe di
cirari per la realizzazione di candele, figure di
pastori, di santi e di Gesù Bambino. Dal miele e dalle cere
si distilla un liquore "sanamalati" u spiritu i /asa'ddari,
lo spirito dei mielai.
7 - Piccolo Maiazzè
Nello spazio interno del
granaio, visibile dal piccolo maiazzè, sono esposti dentro
bacheche o campane di vetro, due presepi ed alcune statuine
in cera. In particolare i Gesù Bambino realizzati dai
cirari detti bbamminiddari, erano un ex-voto
raffigurante idealmente il proprio
figlio guarito.
8
- Portico, 9 - Cortile
Dal piccolo portico con arco a tutto sesto si accede
a un altro cortile dove un accesso seconda- rio e una .scala
portano al piano superiore.
In questo spazio, anticamente utilizzato per il
deposito di at- trezzi, è oggi esposta una carroz- za
d'epoca ed un grosso sci/o, l'abbeveratoio per gli
animali. Attraverso una finestra che si af- faccia sul
cortile si scorge una se- conda cisterna di acqua piovana,
utilizzata per il frantoio.
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10 - Casa di massaria
Era la cucina e la stanza di lavoro della famiglia del
massaro
Sulla parete interna dell'uscio so- no
disposte le immagini dei santi protettori, una
crocetta di foglie di palma intrecciata, benedetta
nella Domenica delle Palme, ma anche un ferro
di cavallo con un fiocco rosso contro il malocchio. |
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In
un angolo il forno di pietra e mattoni a-/lumu persu,
senza ca- mino, sicché il fumo si perde nel- la stanza e va
ad affumicare la salsiccia appesa ad un cerchio di legno
agganciato al soffitto. Sulla parete laterale del forno c'è
una piccola apertura, con un tappo di pietra, che serve per
osservare la cottura del pane; al lato del forno è la
tannura (focolare) di pietra per cucinare; a seguire
l'angolo con tutto ciò che occorre per fare la ricotta: la
quarara (caldaia) so- spesa ad un travetto di legno
so- stenuto da due treppiedi; la ma- stredda (un
particolare tipo di madia adoperato per lo scolo della
ricotta e dei formaggi); gli attrezzi appesi al muro e le
cava- gne (piccoli contenitori di canna) dove la ricotta
veniva deposta. Nello spessore di una antica fine- stra
murata è ricavato un arma- dio a muro, che contiene nume-rosi
recipienti di terracotta in
massima parte di fabbriche di Caltagirone; in un altro angolo
della stanza il telaio con il quale la massaia tesse
tutto quello che occorre alla famiglia: piccole bi- sacce di
lana, a grandi quadroni neri su fondo bianco, le
frazzate
(coperte di lana e cotone), tele di lino e
canapa per la biancheria e filunnenti (filo di
niente) tessuto per le tovaglie e gli strofinacci da cucina.
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11
- Casa ri stari
Era la camera da letto del massa-
ro dove
si conservavano e rag- ! gruppavano gli oggetti cari, la
jdote,
le foto degli antenati, le im- magini devote dei santi
protettori ., della comunità e dove si pregava J per le
ricorrenze e le festività più J importanti. Nella camera le
cas- ! sapanche in cui si conservano le o coperte, gli
scialli di seta, i man-
telli, biancheria da uomo e da donna,
bisacce e sacchi guarniti da disegni
e ricami; le calze stese ad asciugare
sul circo del braciere conca; la naca a
volo appesa con delle funi alle
pareti della stanza, che dondola
sopra il letto nuziale, quest'ultimo fatto di tavole e
trispiti e con materassi di crine; il contenitore del
frumento detto cannizzo a sinistra del letto, serve
a conservare il prezioso tesoro dall'umidità e da
attacchi di roditori. |
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