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nobildonna Maria Concetta Lanza
Filangeri, adempiendo alle volontà del fratello Stefano,
donò il palazzo alla Regione Siciliana affinché fosse mantenuto
nella sua integrità e aperto alla pubblica fruizione.
L'edificio
è il risultato di numerose trasformazioni che si
sono succedute nei
secoli.
E' stato in occasione degli interventi di restauro che sono venute
alla luce strutture del XIII secolo, alcune delle quali
appartenevano al gruppo di case che erano state della famiglia
Resolmini e che nel XVI secolo passeranno prima ai De Spuches e
poi ai Filangeri con il matrimonio, nel 1594, dell'unica figlia di
Vincenzo De Spuches, Francesca, con Don Pietro Filangeri.
Del palazzo seicentesco, che probabilmente in occasione del
matrimonio fu rian1modemat~, poco è rimasto, poiché nel 1793, ai
tempi del principe Bemardo, l'edificio fu oggetto di un radicale
intervento di trasformazione a cui è ricollegabilela
risistemazione dell'intero primo piano e la realizzazione del
prospetto sulla via Lungarini e del portale sulla via Merlo.
Altri lavori intervennero dopo il 1876, quando fu rifatta
l~ facciata sulla via Merlo e quella sul cortile, dove il nuovo
ingresso creato verrà sottolineato da una pensilina, secondo la
moda parigina di fine secolo. Sempre nell'Ottocento una
ristrutturazione degli ambienti del secondo
piano porterà alla creazione
di un grande appartamento , per la
vita privata della famiglia, che da quel momento utilizzerà il
primo piano
solamente per la rappresentanza.
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E' ubicato nel centro storico
della città, alla Kalsa, la cittadella fortifi.cata realizzata
dagli arabi nel X secolo.
La zona ebbe grande sviluppo nel XV e XVI secolo per la
realizzazione di case e chiese, commissionate dalle ricche
famiglie di mercanti che vi si erano insediate fin dal Duecento
quando, lasciate le città di origine (Genova, Pisa, Amalfi) erano
arrivate in Sz'cilia. Una di queste case, appartenuta ai Resolmini
di Pisa, passerà poi ai Filangerz; venendo a costituire il nuclèo
più antico di Palazzo Mirto. |
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Palazzo Mirto
è stato per quattro secoli dimora palermitana del casato dei
Filangeri, antica e nobile famiglia che vanta origini
leggendarie. Intorno all'anno Mille un cavaliere normànno, Agerio
I, sarebbe venuto in Italia. Un secolo dopo i suoi
discendenti, detti "Filii Augerii", sarebbero arrivati in Sicilia
da Nocera. |
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Una diversa ipotesi fa invece risalire le origini a
T ancredi, altro cavaliere normanno, che sarebbe stato presente
all'incoronazione di Ruggero.
Notizie documentate a partire dal XIII secolo informano delle
tante cariche religiose e civili ricoperte dagli esponenti della
famiglia Filangeri che per l'autorevolezza' e la invidiabile
posizione economica, derivante dal possesso di grandi feudi,
assunse. un ruolo di primo piano tra la nobiltà siciliana.
Nel corso del XVI sec. Pietro Filangeri ottenne il pieno potere
sulle proprie terre e successivamente il nipote Vincenzo Giuseppe
Filangeri e Spuches fu nominato nel 1643 primo principe di Mirto
dal nome del feudo ricadente in territorio messinese. Estintosi il
ramo maschile del casato, nel 1833 Ignazio Lanzae Branciforte
ottenne di poter portare i titoli della moglie Vittoria Filangeri.
Nel 1982, l'ultima erede della famiglia, la |
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