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Messina nel Novecento: il drammatico inizio secolo
 
Bullet7blu.gif (869 byte) Quella tragica alba di novant'anni fa.
   Bullet7blu.gif (869 byte) La ricostruzione fu decisa sotto una tettoia della stazione ferroviaria
  
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  Messina nel Novecento
   
MESSINA   SQUASSATA DAL SISMA
    RINASCE ANIMOSAMENTE
 

Per saperne di più  

 
   
 
   La ricostruzione fu decisa
   sotto una tettoia della
   stazione ferroviaria
   
     

Testo di  Dario Buonfiglio

   

 

 
Messina. Costruzione del Palazzo Principe d’Alcontres, isolato 459
 

 





 
 
Il 7 gennaio del 1909 , appena dieci giorno dopo il tremendo terremoto che rase al suolo Messina, il deputato messinese Ludovico Fulci, profondamente amareggiato per la catastrofe che si era abbattuta sulla sua gente e per la perdita sotto le macerie del suo amato fratello Nicola, sottosegretario al Ministero della Giustizia, forse perché duramente colpito da quella visione di morte e distruzione, decise di reagire ,in un primo tempo, portando avanti l’idea , insieme a due consiglieri provinciali superstiti, Trimarchi e Fulci, di abbandonare la Messina caduta, per costruirne una nuova altrove.
A favore di questa tesi si schierò anche l’onorevole Napoleone Colajanni . "La bella Messina eroica è morta per sempre . Non si può pensare a riedificarla…resterà solo come una testa di linea ferroviaria per le comunicazioni con il continente . Vano pensare diversamente. Io questo dirò alla Camera" . E il vicepresidente del Senato , Paternò, inviato prontamente dal governo nella sua qualità di direttore generale della Sanità : " Si è stabilito di fare otto cimiteri tutto intorno a Messina dalla parte di terra, cominciando dal camposanto inglese sulla spianata di San Raineri per finire al giardino a mare che sarà trasformato in cimitero come il giardino pubblico di Villa Mazzini . E’ inutile ripeterlo . Messina non è più , e non può risorgere sullo stesso posto anche se si volesse. E insisto su ciò . Dovrà essere ricostruita in un altro punto. Messina non sarà dunque che un immenso cimitero . E’ la fine luttuosa di una delle più belle e ricche città d’Italia " .
Tutto lasciava presagire che la nuova Messina doveva sorgere in un altro punto, ma la caparbietà del deputato messinese Ludovico Fulci fece si che si verificasse una svolta positiva , nel senso che la città fosse ricostruita laddove era esistita da oltre duemila anni . Tutto questo fu deciso in una riunione svoltasi sotto la tettoia della stazione ferroviaria .
Cinque giorni dopo, il 12 gennaio del 1909 , il presidente del Consiglio Giolitti presentò un disegno di legge per lo stanziamento immediato di trenta milioni ( circa 120 miliardi di oggi ) da dividere , appunto tra Messina e Reggio, e insieme un’addizionale , per la durata di quindici anni, di due centesimi per ogni lira d’imposta diretta sui redditi di ricchezza mobile di tutti gli italiani. La volontà di non darsi mai per vinti fu la sola forza che aiutò i superstiti di quell’immane tragedia, nel ricostruire dalle macerie, e ridare così di nuovo vita alle due città in riva allo Stretto rase al suolo in quella fredda e tragica alba del 28 dicembre del 1908 .
 

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