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decorazioni
floreali e soggetti campestri dipinti da Alessandro Abate, dono
dei soci del Circolo Unione allo scrittore in occasione del suo
ottantesimo compleanno. In un angolo un busto del Verga e, su un
tavolino, in una scatola di legno, una maschera di cera che
riproduce il volto di Giovan Battista Verga Catalano, padre dello
scrittore.
3. La
biblioteca. Sei librerie di noce scuro custodiscono i volumi
personali di Giovanni Verga. I dorsi in
pelle hanno il fascino discreto e l'eleganza dell'editoria
ottocentesca: su alcuni spiccano ancora le iniziali dorate "GV".
Tra le numerose dediche di scrittpri del secolo scorso, vanno
ricordate quelle di Luigi Capuana, testimonianza di un sodalizio
affettivo e culturale destinato a rimanere memorabile nella nostra
letteratura. Sul panno del grande tavolo,
posto al centro della stanza, sono sparsi pochi oggetti: un
tagliacarte, un tampone, la riproduzione in terracotta della
campana di Rovereto, il cal- co della mano di Dina di Sordevolo
che dal 1889 sarà la compagna dello scrittore.
Alle pareti, un'immagine 'di- Antonino Aba- te, precettore
del Verga, ed un ritratto dello scrittore, opera di Amedeo
Bianchi; su di un mobile, una targa di
ottone su marmo bianco con la dedica della cittadinanza di Catania
allo scrittore in occasione delle cele- brazioni per il suo
ottantesimo compleanno.
4. La camera
da letto. È qn grande ambiente con salottino e caminetto.
Nell'armadio sono contenuti abiti e cappelli d'epoca. Alle pareti
vi sono ritratti di familiari e due fotografie incorniciate, opera
di Michele Grita, che raffigurano il Verga e il nipote Marco.
5, 6, 7, 8~
Altri ambienti utilizzati per camere da letto, salottini e
disimpegni. Alle pareti alcune incisioni: due sono opera di
Francesco Di Bartolo.
9. La stanza
da pranzo. A una parete, un dipinto di Calcedonio Reina, pittore e
poeta contemporaneo di Giovanni Verga, amico del Di Bartolo e di
Mario Rapisardi. |
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La Casa Museo, un appartamento al secondo piano di un palazzo
ottocentesco, è la dimora in cui Verga
trascorse la: sua infanzia e risiedette per lunghi periodi
circondato dai familiari e dagli amici più cari. Dopo la morte di
Giovannino Verga Patriarca, erede dello scrittore, la casa venne
acquistata dalla Regione Siciliana ed aperta al pubblico dopo il
restauro.
Al suo interno sonò custoditi gli arredi ed i libri che
appartennero a Giovanni Verga. Tra gli oltre 2600 volumi figurano
opere di Giacosa, Oriani, Rod, Capuana, Di Giacomo, Deledda,
Marinetti, Borgese, Villaroel, nonché di autori russi e francesi
come Turgenev, Dostoevskij, Tolstoj, Gorkij, Flaubert, Maupassant,
Dumas, Zola. Dopo la scomparsa dello scrittore, alcuni decenni più
tardi, in via S. Anna fu ritrovato quanto
rimaneva della passione pionieristica del Verga per la fotografia.
Le lastre e le pellicole (oggi raccolte in una collezione
privata) svelano un interesse documentario che, anche se casuale,
certo
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non si discosta dall'ideologia vèrista.
Le fotografie ritraggono soprattutto volti familiari allo
scrittore: la madre, i fratelli, gli zii, i nipoti, ma anche i
contadini che lavorano per la famiglia Verga, nelle campagne di
Tébidi, a Vizzini. L'interesse per la fotografia (tecnica che
nella seconda metà dell'Ottocento coinvolse intellettuali della
buona borghesia in un hobby, per l'epoca, decisamente d'è!ite)
accomunò Verga, Capuana e De, Roberto, rendendoli artefici di
sperimentazioni non prive di interesse.
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Percorso di
visita
1. L'ingresso
2. n salotto. Un'ampia stanza oggi arredata con bacheche che
espongono riproduzioni di manoscritti verghiani (gli originali
sono custoditi presso la Biblioteca universitaria regionale di
Catania). Sulla parete destra, una cornice
datata 1920 racchiude un diploma con |
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