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Torrione del Fortino Borbonico |
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tra la fine dell '800 e gli inizi del nostro secolo proviene dai
Musei Archeologici di Palermo e Siracusa e, molto di recente,
anche dal Museo dell'Università di Heidelberg grazie alla cessione
di un . frammento di arula con sfingi affrontate, che, acquistato
nel 1902 a Taormina da F. von Duhn, risulta
perfettamente riconnettibile ad uno del Museo di Naxos. I numerosi
manufatticeramici,) documentano le .--Frammento di coppa, diverse
fasi di 700.690 a. c. vita della città,
i suoi rapporti commerciali,
la sua cultura materiale.
Le terrecotte figurate, quelle
architettoniche, le antefisse a ffiflschera
sileruca testimoniano il fiorire già.agli
inizi del VI secolo a.C. di una
architettura monumentale di carattere sacro nonché l'attività
vivace di officine coroplastiche (che realizzavano oggetti in
terracotta). Manufatti diversi, infine, documentano il
sopravvivere sino ad epoca bizantina di nuclei abitati attorno
alla baia.
Sono esposti
anche oggetti rinvenuti nel territorio come lo splendido elmo
bronzeo di età ellenistica da Moio, nella Valle dell'Alcantara.
Una sezione del Museo è dedicata ai ritrovamenti subacquei con
esposizione di numerosi ceppi d'ancora e di talune anfore da
trasporto. |
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Il Museo sorge presso il Capo Schisò e l'attuale porto di Giardini
Naxos, ai margini dell'area archeologica dell' antica città di
Naxos, alla quale, si accede anche dagli spazi limitrofi. al
museo, grazie all' apertura di un percorso di visita, che,
ricalcando in parte il tracciato di un importante asse stradale
del V sec. a. C., conduce sino al versante occidentale delle mura. |
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La sede
museale si articola in tre corpi di fabbrica due dei quali
destinati all'esposizione. L'edificio" A" realizzato negli anni
'70 quando venne istituito il museo, e l'edificio "W,
torrione del fortino borbonico di éui restano larghi tratti di .
mura. |
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Il Museo
illustra la storia della colonia greca di Naxos, prendendo al
con tempo in esame le evidenze ~istoriche, attestanti
l'ininterrotta continuità di vita nel sito, dal neolitico sino
all'arrivo dei Greci nonché |
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testimonianze dal territorio (Cocolonazzo di Mola, grotta Monaci,
Fiumedenisi, Malvagna).
Naxos
fu fondata
nel 734 a.C. dai Calcidesi, salpati dall'isola greca di Eubea
sotto la guida di Teocle.
La città, nata sulla rotta che le navi euboiche seguivano
per raggiungere Ischia e da lì commerciare con gli Etruschi, fu il
fulcro dell'espansione calcidese in Sicilia dalla quale lo stesso
T eocle si mosse per fondare Leontinoi e Katane.
La storia della città, segnata dalla rivalità con la potente
Siracusa, fu breve e si concluse nell'arco di poco più di tre
secoli, quando fu distrutta nel 403 a.C. da
Dionigi di Siracusa. |
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Le
collezioni
sono
costituite in massima parte da reperti provenienti dagli scavi
che, condotti a partire dal 195 3, sono ancora in corso nel sito
dell'antica colonia.Un ristretto gruppo di materiali rinvenuti |
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L'ordinamento segue un criterio
cronologico.
Edificio A
Piano terra
-Il periodo preistorico
-Reperti rinvenuti tra la fine dell'800 ed i
primi del '900
-La fase più antica dello stanziamento
coloniale: materiali ceramici tardo-geometrici
di produzione corinzia e di produzione
euboico-cicladica e di imitazione; corredi
rinvenuti nella necropoli settentrionale;
anfore da trasporto arcaiche, di fabbriche
diverse, tutte riutilizzate come sepolture
Piano I
-Monete del V sec a.C. dal quartiere
settentrionale della città
-Le aree sacre della città: rivestimenti
architettonici ed antefisse a maschera silenica
-L'abitato arcaico e classico, le necropoli del
V sec. a.C. e quelle ellenistiche (Ill sec. a.C.)
Edificio B Torrione del Portino Borbonico
-Reperti da recuperi subacquei (ceppi
d'ancora, macine, anfore)
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