Provincia di

Messina
     Museo Archeologico
    di Giardini Naxos (Messina)
   
Giardini Naxos (Messina) Via Lungomare Schisò - Tel. e Fax 0942/51001
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Torrione del Fortino Borbonico


tra la fine dell '800 e gli inizi del nostro secolo proviene dai Musei Archeologici di Palermo e Siracusa e, molto di recente, anche dal Museo dell'Università di Heidelberg grazie alla cessione di un . frammento di arula con sfingi affrontate, che, acquistato nel 1902 a Taormina da F. von Duhn, risulta perfettamente riconnettibile ad uno del Museo di Naxos. I numerosi manufatticeramici,) documentano le .--Frammento di coppa, diverse fasi di 700.690 a. c. vita della città, i suoi rapporti commerciali, la sua cultura materiale. Le terrecotte figurate, quelle architettoniche, le antefisse a ffiflschera sileruca testimoniano il fiorire già.agli inizi del VI secolo a.C. di una architettura monumentale di carattere sacro nonché l'attività vivace di officine coroplastiche (che realizzavano oggetti in terracotta). Manufatti diversi, infine, documentano il sopravvivere sino ad epoca bizantina di nuclei abitati attorno alla baia.

Sono esposti anche oggetti rinvenuti nel territorio come lo splendido elmo bronzeo di età ellenistica da Moio, nella Valle dell'Alcantara. Una sezione del Museo è dedicata ai ritrovamenti subacquei con esposizione di numerosi ceppi d'ancora e di talune anfore da trasporto.

 


Il Museo sorge presso il Capo Schisò e l'attuale porto di Giardini Naxos, ai margini dell'area archeologica dell' antica città di Naxos, alla quale, si accede anche dagli spazi limitrofi. al museo, grazie all' apertura di un percorso di visita, che, ricalcando in parte il tracciato di un importante asse stradale del V sec. a. C., conduce sino al versante occidentale delle mura.

La sede museale si articola in tre corpi di fabbrica due dei quali destinati all'esposizione. L'edificio" A" realizzato negli anni '70 quando venne istituito il museo, e l'edificio "W, torrione del fortino borbonico di éui restano larghi tratti di . mura.

 

Il Museo illustra la storia della colonia greca di Naxos, prendendo al con tempo in esame le evidenze ~istoriche, attestanti l'ininterrotta continuità di vita nel sito, dal neolitico sino all'arrivo dei Greci nonché

 


testimonianze dal territorio (Cocolonazzo di Mola, grotta Monaci, Fiumedenisi, Malvagna).

Naxos
fu fondata nel 734 a.C. dai Calcidesi, salpati dall'isola greca di Eubea sotto la guida di Teocle.
La città, nata sulla rotta che le navi euboiche seguivano per raggiungere Ischia e da lì commerciare con gli Etruschi, fu il fulcro dell'espansione calcidese in Sicilia dalla quale lo stesso T eocle si mosse per fondare Leontinoi e Katane.
La storia della città, segnata dalla rivalità con la potente Siracusa, fu breve e si concluse nell'arco di poco più di tre secoli, quando fu distrutta nel 403 a.C. da Dionigi di Siracusa.

 

Le collezioni sono costituite in massima parte da reperti provenienti dagli scavi che, condotti a partire dal 195 3, sono ancora in corso nel sito dell'antica colonia.Un ristretto gruppo di materiali rinvenuti

 
 
     
  L'ordinamento segue un criterio cronologico.
Edificio A
Piano terra
-Il periodo preistorico
-Reperti rinvenuti tra la fine dell'800 ed i
primi del '900
-La fase più antica dello stanziamento
coloniale: materiali ceramici tardo-geometrici
di produzione corinzia e di produzione
euboico-cicladica e di imitazione; corredi
rinvenuti nella necropoli settentrionale;
anfore da trasporto arcaiche, di fabbriche
diverse, tutte riutilizzate come sepolture
Piano I
-Monete del V sec a.C. dal quartiere
settentrionale della città
-Le aree sacre della città: rivestimenti
architettonici ed antefisse a maschera silenica
-L'abitato arcaico e classico, le necropoli del
V sec. a.C. e quelle ellenistiche (Ill sec. a.C.)
Edificio B Torrione del Portino Borbonico
-Reperti da recuperi subacquei (ceppi
d'ancora, macine, anfore)

 
 
 
 
 
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