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Il Cimitero per cani. Ai margini del lato ovest del giardino, adiacente al pergolato, sorge un singolare cimitero per cani, tipicamente inglese. I fratelli Piccolo, profondi conoscitori della cultura anglosassone e cosmopolita hanno tratto ispirazione dalla lettura di un articolo della rivista americana “Flower Grower”, del 1929, nel quale si parlava di un cimitero per cani a Londra, quello di Hyde Park. Protetto da un muretto di mattoni rossi, da pini e cipressi, questo particolare cimitero conta una serie di lapidi, che ricordano i nomi dei cani di famiglia, molti dei quali in arabo (Alì, FarUk, Omar). Tuttavia non mancano i gatti. Si tratta di una struttura poco usuale, sia nei giardini di Sicilia che in quelli italiani. Fotografie mostrano varie cucce inserite fra il verde delle piante. I fratelli Piccolo e il cugino Giuseppe Tomasi di Lampedusa, nutrivano un profondo amore per gli animali. La presenza di questo piccolo cimitero è pertanto l’espressione dell’affetto che provavano nei confronti di queste piccole creature. Lo stesso cane Bendicò è un personaggio importante, quasi la chiave di lettura del “Gattopardo”, come tenne a sottolineare lo stesso autore. Il barone Casimiro, amante del paranormale, estendeva le sue teorie sulla materializzazione dagli uomini ai cani e ai gatti, tanto da giurare di avere avuto, più volte, visioni del fantasma di uno dei suoi cani, venuto “a battere alle porte, a bussare, ad abbaiare di notte”. Casimiro era convinto che, per lo sforzo della materializzazione, a questi cani e gatti veniva una gran sete, tanto da far disporre per tutta la casa, negli angoli e sotto i tavoli, ciotole piene d’acqua.
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