Bottone Novara arancio.jpg (1345 byte)
Sommario

Bottone Novara arancio.jpg (1345 byte)
Precedente

Bottone Novara arancio.jpg (1345 byte)
Successiva



 

 

Le Tradizioni Religiose

Titolo festa di Pasqua.jpg (9309 byte)
 

I RITI PASQUALI

Sono passati più di 300 anni da quando il Risorto fece la sua prima ascesa verso la volta sovrastante l’abside del Duomo.

La tradizione della resurrezione in Novara è davvero singolare e tale da suscitare l’ammirazione anche delle comunità paesane che vantano un notevole patrimonio culturale. Prima, però, occorre far cenno ai principali riti della Settimana Santa. La funzione delle Palme, seppure partecipata, non presenta particolari degni di nota, ma già dalla sera di quella domenica si svolgono manifestazioni caratteristiche. Si tratta di mesti pellegrinaggi al Duomo fatti dalle varie congreghe, una per sera, dalla domenica al mercoledì santo. All'imbrunire, le confraternite sfilano dalla Chiesa cui fanno riferimento verso il Duomo, nelle policrome uniformi, con le candele accese, cantando un antico "Miserere" in lingua latina, tramandato nei secoli oralmente: chiude la processione penitenziale un ligneo Crocifisso portato dal Padre Predicatore. Le confraternite, nel Duomo, trovano Gesù Sacramentato esposto solennemente sul tronetto ("tusellu") posto all'altare maggiore.

Qui ad un sermone sull'Eucarestia, segue la benedizione e, quindi, il corteo fa ritorno alla Chiesa di provenienza ove la manifestazione si conclude con l'adorazione del Crocifisso.

Le processioni che, indubbiamente destano interesse, anche sotto il profilo folcloristico, rispettano il seguente ordine:

DOMENICA DELLE PALME
Confraternita di Maria SS. della Consolazione (Maschile)
LUNEDI’ SANTO
Confraternita di Maria SS. Immacolata (Maschile)
MARTEDI’ SANTO
Confraternita di S. Antonio da Padova (Maschile)
MERCOLEDI’ SANTO
Congregazione di Maria SS Addolorata (Femminile)

Altra processione di rilievo, in questa settimana, è quella del Venerdì Santo. Quattro "Varette" sfilano in assoluta compostezza da chiese diverse tra una confraternita e l'altra. Toccante è l'incontro dell'Addolorata con Gesù Crocifisso nel Largo di S. Nicolò: a rendere suggestivo il momento contribuiscono il dolore disegnato sul volto della Vergine con una lacrima impietrita sul ciglio e la bellezza del Crocifisso ligneo, appeso con aurei chiodi ad una croce alta oltre 3 metri. Sulle altre due varette trovano posto "Cristo flagellato" e "Cristo nel Sepolcro". La solenne gravità della manifestazione lascia l'animo commosso e mesto. Più che una rappresentazione sacra, per la forte carica mistica e il silenzioso raccoglimento dei fedeli, è invero un rivivere con intensità di accenti il Mistero della Redenzione. Grande attesa vi è, comunque, per il rito della Resurrezione. La statua di Gesù risorto viene sistemata in una grande raggiera "Sfera" del peso di circa 120 kg.

L'odierna "Sfera" è stata costruita nei primi anni del l'800. Un rudimentale meccanismo a bilancia, con una grande pietra squadrata come contrappeso, a mezzanotte, al Canto del Gloria fa balzare il Risorto da dietro l'Altare Maggiore proiettandolo verso l'alto in uno sfolgorio di luci; il contemporaneo spalancarsi del Sepolcro sull'altare completa l'effetto della Resurrezione, mentre dallo stesso Sepolcro volano due colombe. Attuale regista della rappresentazione è il Cav. Salvatore Buemi, abile artefice nel ricamare, anche, le file di candele sulla Vara dell'Assunta: il Buemi è l'ultima espressione di una casta di artisti ormai scomparsa. Fa da scenario allo "spettacolo" una grande tela che, dalla volta scende sino a dietro l'altare maggiore. Angelo Sofia ne' "La Tradizione religiosa a Novara di Sicilia", in proposito, così si esprime:

noa57.jpg (18756 byte)
Ostensorio, sec. XIX

 

noa58.jpg (10001 byte)
Venerdì Santo: l'Addolorata

 

noa59.jpg (15575 byte)
Venerdì Santo: La Varetta del Sepolcro

 

noa60.jpg (15937 byte)
Cristo Risorto

 

" …. questa di Novara è unica per i suoi simboli e le sue singolarissime parti". Sulla sinistra "sono raffigurati i momenti e le città della storia, fondamentali per lo Spirito e il Governo dell'Umanità". In basso, accanto al Calvario – che svela il profilo della Roccia Salvatesta sta Gerusalemme (ne è immagine la Moschea di Omar); dal Monte della Crocifissione, si parte uno strada che raggiunge più in alto la Basilica di S. Pietro, felice simbolo della via della Salvezza.

Ai lati della strada troviamo Roma e Firenze, rispettive capitali dell'Impero e della Cultura. La prima è presentata attraverso il palazzo del Campidoglio, sormontato da un'aquila, emblema imperiale; dell'altra è rappresentato il Palazzo Vecchio, attorniato da torri. Accanto a S. Pietro si erge un castelletto merlato, che raffigura, precisamente, il "Passitto" di Novara e la sua torre, che per l'appunto sorgeva alle spalle della Matrice. Sulla parte destra della tela, d'altronde, si scorgono delle Isole e, accanto al Golgota, dei monti triangolari: sono le Eolie e le alture novaresi. Ignoto l'Autore dell'opera da ravvisarsi, forse, nel misterioso pellegrino che notiamo nel dipinto, in cammino da una casetta popolare alla volta di S. Pietro. Se è davvero il caso di autoritratto (com'è costume amato dagli artisti e dato che, altrimenti, non si spiegherebbe il particolare popolare in mezzo alla magnificenza dei monumenti), deve trattarsi di pittore novarese della seconda metà dell’Ottocento (questa, approssimativamente, la data della tela). Una tradizione ormai scomparsa, forse perché di disturbo alla liturgia, riguardava la consumazione delle "colombe" pasquali da porte dei bambini, subito dopo il rito della Resurrezione. Centinaia di bambini con i loro trilli e i loro vezzi mangiavano il tipico dolce locale, confezionato dalle loro mamme, facendo cadere sul pavimento le briciole e le bucce colorate delle uova e aggiungendo alla gioia della celebrazione pasquale i motivi della loro innocente gaiezza.