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 Sciacca
 
 
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Cittadina (Comune di 191,01 Km2 con 36000 abitanti, saccensi), 70 Km a Nord-Ovest del capoluogo, a 60 metri s.l.m. Il centro sorge sulla costa del Canale di Sicilia a ridosso del monte S. Calogero (386 m.), tra le foci dei fiumi Belice e Platani. Il territorio è costituito da breccia conchigliare superiore, ed è pedologicamente interessato da suoli bruni, bruni lisciviati e regosuoli. Zona sismica di seconda categoria.
Possiamo affermare che Sciacca è uno dei Centri economicamente più importanti dell'Isola. E' infatti un rinomato Centro agricolo-commerciale, ma anche industriale e termale. L'agricoltura è di tipo cerealicolo, agrumicolo e viticolo. La zootecnia è relativa a bovini, ovini, equini e avicoltura. Fiorente la pesca che fa capo al suo porto peschereccio. Presenti industrie conserviere di trasformazione del prodotto ittico; troviamo anche industrie laterizie del legno, della carta e del mobilio. Importanti le attività commerciali (confezioni, mobilifici, cartiere); attivo l'artigianato.
Sciacca è anche Centro turistico-termale, grazie alle sue sorgenti idrominerali. Il Centro è infatti sorto sul luogo delle antiche Terme Selinuntine.
 

    Notizie storiche
 


Il territorio di Sciacca è stato abitato sin dall'età del Bronzo. Alla periferia orientale della città sono stati rinvenuti i resti di un insediamento sicano, detto dei Fìguli. Fin dall'antichità il territorio fu anche assai apprezzato per l'abbondanza di acque termali curative, che sgorgano alle falde del monte Cronio, oggi monte S. Calogero. Quando infatti, i Selinuntini nel secolo VII a.C. si espansero sul territorio, denominarono il primo nucleo della città Thermae Selinuntinae, ossia Terme di Selinunte, proprio in virtù delle acque terapeutiche. I Romani, l'appellarono Aquae Labodes. Dopo la distruzione di Selinunte da parte dei Cartaginesi, a partire dal secolo IV a.C. , divenne stazione postale per le comunicazioni con l'impero e un importante nodo di traffico portuale, munito di un caricatoio di grano e altri prodotti agricoli, coltivati nell'entroterra ed esportati per mare.

Decadde commercialmente in periodo Bizantino. Nel corso del secolo VI d.C. si diffuse il Cristianesimo, grazie alla predicazione di S. Calogero, il Santo nero, il cui eremo era costituito da una grotta sul monte Cronio.

Nell'840 Il Centro fu conquistato dagli Arabi, che gli attribuirono il nome di As-Saqqah, dal quale deriva la denominazione di Sciacca, che ancora oggi conserva. Gli Arabi influenzarono lo sviluppo dell'abitato, conformatosi in vicoli stretti e corti interne. Edificarono una prima cinta di mura, lasciando extra moenia l'insieme delle case di Fìguli; verso il mare elevarono una fortificazione.

Nel 1087 Sciacca fu occupata dal conte Ruggero. In periodo normanno, fu Città demaniale. Ruggero ampliò le mura, fino a raddoppiarne lo spazio e lo munì del cosiddetto Castello Vecchio o dei Perollo. Il Castello Nuovo o dei Luna fu invece edificato, nel secolo XIV nella parte alta della città. Lo si deve al volere di Guglielmo Peralta, signore di Sciacca, dal 1355. La Città passò poi ai Luna.

Nel quattrocento, sotto re Martino, fu celebrato il matrimonio fra Margherita Peralta e Artale Luna. Si racconta che queste nozze furono causa di rivalità e di scontri sanguinosi. Il fatto è passato alla storia col nome di "caso di Sciacca": essendo infatti Margherita Peralta andata sposa ad Artale Luna, ma desiderata contemporaneamente da Giovanni Perollo, si innescò una sanguinosa rivalità che per più di un secolo porterà lutti fra le famiglie dei Perollo e dei Luna. Per il Centro, a causa di queste lotte, iniziò la decadenza, fino al secolo XVIII; nei secoli successivi ebbe nuovo sviluppo.

L'impianto urbanistico è medioevale: si presenta come città murata a grossi comparti, con più corti aperte verso la strada di accesso e di forma irregolare nella parte intermedia del Centro storico. Si sono prodotti interventi a partire dal secolo XV al XVIII. Caratteristico è il borgo marinaro tra le mura e il mare.
 

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