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  Terremoto di Messina
   
Un saggio racconta la città
  tutta di legno
 

Per saperne di più  

 
   
 
  Gennaio 1909  
  Abitare l'emergenza
   
     
Testo di Sergio Bertolami    

 
 

Messina. Baracche dopo il terremoto del 1908. Via G. La Farina.
 

 
 
 
 




 

 

All’indomani del sisma, a popolare Messina, non so­no rimaste che quattro-cinquemila persone riparate in ricoveri di fortuna costruiti con materiali di recupero. Il resto della popolazione (poco più di sessantamila senzatetto sui 111.815 abitanti che la città contava) si è allontanato spontaneamente o è stato instradato dai comitati di soccorso verso varie località della penisola. Nei corso del 1909 tuttavia la popolazione tornerà gra­dualmente ad aumentare, per il rientro dei profughi e per l’immigrazione conseguente alla edificazione della città baraccata.

Il programma di soccorso che il Governo ha stabilito prevede di non protrarre i termini per il riassetto oltre il 30 giugno 1909. In un primo tempo l’opera e le spe­se previste sembra debbano limitarsi alla costruzione di baracche provvisorie fatte con copertoni di gomma o di cartone-cuoio. Serviranno a riparare per i primi mesi sopravvissuti e soccorritori dalle rigidezze inver­nali. Ma è con l’istituzione dell’Ufficio Speciale del Genio Civile che, all’incalzare dei provvedimenti dettati dall’emergenza, si sostituisce una visione documentata della realtà di fatto. I ricoveri temporanei vanno sostituiti con soluzioni più stabili soprattutto in previsione di un rientro dei profughi, necessario e inevitabile; bisogna inoltre ricostituire le sedi degli uffici amministrativi e dei servizi pubblici. Prevale l’opinione che tutto ciò vada fatto in modo organico, cosicché la scala delle previsioni temporali si allarga da qualche mese a qual­che anno.

Ridare vita ad una città rasa al 95% non è un problema risolvibile a tempi brevi, soprattutto se si vuole percorrere la strada della ricostruzione stabile del patrimo­nio edilizio. Ciò significherebbe demolizioni e sgombro delle macerie di cui il centro urbano è ricolmo e risistemazione della rete viaria per il trasporto dei materiali pesanti: ma le strade sono sconvolte, ingom­bre, fangose a causa della stagione piovosa. Manca la manodopera edile, specializzata o meno, giacché manca la popolazione stessa: persino il Genio Militare trova difficoltà a reclutare cottimisti civili per costruire i propri alloggiamenti.

 

 
 
     

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