COMUNE DI

R
ACCUJA (ME)

 

 
     
 

Cubburo situato nel comune di Raccuja

 
     
 

Filippo Accordino - 11 Marzo 2008

 
     
     
   
     
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Sorge presso il corso del torrente Mastropotamo in un declivio volto ad occidente, si stende ai piedi del castello medievale con antiche case presso antiche chiese. Ha economia essenzialmente agricola.

 

    Raccuja    
       
Notizie storiche Beni monumentali

Sorge ai piedi del castello medievale, su uno sperone triangolare degradante dal monte Castagnerazza, nei pressi del torrente di Sinagra.

Raccuja è stata fondata dal Gran Conte Ruggero presso il Cenobio basiliano di San Niccolò del Fico (uno dei più fiorenti centri della cultura bizantina nel Valdemone), all'epoca il Centro era di modesta condizione se non viene neppure nominato nell'elenco dei centri appartenenti alla Diocesi di Messina.

Il primo signore di Raccuja è Berlingherio (o Berengario) Orioles, barone di S.Piero Patti. Per volere di re Martino il feudo passa verso 1393 a Bartolomeo Aragona, per tornare agli Orioles, tornati in grazia al re, e precisamente a Berengario juniores nel 1408. Nel 1500 il feudo è in dote alla figlia di Pietro Sancio Orioles che prende in marito il conte di Licodia, Ponzio di S. Pace. Tuttavia morta la figlia prima del padre, tornato Sancio nei suoi diritti sul paese, decide di venderlo ad Andrea Valdina nel 1507, cui succede il figlio Francesco. Sotto Ferdinando il paese è di nuovo venduto ad Antonio Rocca, al quale succede il figlio Bernardo. Contro di questi la popolazione insorge nel 1549, cercando di riacquistare i propri diritti e promettendo di versare a Rocca la somma pagata a suo tempo ai Valdina, così da potere vivere da allora sotto il demanio regio. Tuttavia non essendo in possesso dell'intera somma, sollecitati la pagamento, per volere dell'imperatore Carlo V, accettano la baronia di Niccolò Branciforti, il quale paga i debiti che gli abitanti avevano contratto con il regio demanio e nel 1552 viene nominato conte di Raccuia. Di successione in successione il paese è soggetto alla casata dei Branciforti. Niccolò, figlio di Blasco barone di Travi si compra anche Sinagra. Orazio, suo primogenito, muore senza prole, cosicché il paese passa fra i beni di suo fratello Giuseppe che lo lascia in eredità a Niccolò Placido, figlio avuto in seconde nozze da Angela Lancia (il primogenito era deceduto prematuramente). Niccolò Placido Branciforti è stato Stategoto di Messina e in alcuni momenti ha sostituito anche il Vicerè, è stato fra l'altro il fondatore di Leonfonte.

Alla fine del XVI secolo Raccuja contava 400 abitazioni e 1582 abitanti ; a metà del secolo successivo 578 e 2341 abitanti; nel settecento scende il numero a 380 case e 1293 abitanti, per riprendersi verso la metà del secolo con 1863 abitanti e 1903 nell'anno 1798. Quindi gli abitanti nel 1831 sono 1812 e divengono alla metà dell'Ottocento 2148.

Nel 1628 per testamento di Francesco Romano è fondato un Monte agrario, dipendente dal consiglio generale degli ospizi. Il grano veniva dato in prestito per un massimo di una salma e serviva per la semina dei campi. Il Monte agrario viene in trasformato in Monte di pietà con l'Ottocento, sulla base di lasciti testamentari. In quest'epoca il paese esporta frumento, vino olio e seta.

Chiesa Madre,
Chiesa del Carmine.