COMUNE DI

L
IBRIZZI (ME)

 

Centro agricolo (Comune di 23,35 Km2 con 2100 abitanti), 90 Km a Sud-Ovest del capoluogo a 501 metri s.l.m.
Sorge su uno sperone allungato del versante settentrionale del Monte Cerannoli, fra i torrenti Petrolo e Librizzi,con vedute sul Golfo di Patti e della Valle del Timeto.

 

    Librizzi    
       
Notizie storiche Beni monumentali

L’origine del Centro si fa risalire all’età normanna, anche se in epoca precedente sembra esistesse un castello denominato Brichinnai, sulle cui rovine sorge la Madrechiesa.

Resti di insediamenti in età romana ed araba affiorano nel territorio, come un abbeveratoio, un arco di mulino, macine in pietra lavica, palmenti parte scavati nella roccia e parte costruiti con grossi conci ed alcune particolari costruzioni tipicamente arabe dette tubitti.

Il territorio fa ancora oggi parte del Vescovado di Patti. In un atto feudale del 1117 l’abate Ambrosio, sotto la cui giurisdizione cadevano le diocesi di Lipari e Patti, concede ai terrazzani di Librizzi lo sgravio delle giornate lavorative, che dovevano alla Chiesa, riducendole ad una sola settimana al mese. Nel 1191, nel corso di un conflitto di interessi, i cittadini di Patti si rendono garanti nei confronti di quelli di Librizzi contro ogni ingerenza del Vecovo.

Nel 1371 le terre di Librizzi vengono concesse dal re Federico III a Vinciguerra d’Aragona; nel 1392 vengono concesse dal re Martino e dalla regina Maria al conte Bartolomeo di Aragona; ma non passa tempo che lo stesso Martino I toglie il borgo agli Aragona per "loro fellonia" per donarlo alla nobile Ljanora de Centelles, dalla quale nel 1414, torna al Vescovo di Patti.
In questo periodo la popolazione sembra essersi già organizzata in civitas. I conflitti sulla terra sono aspri, soprattutto con il Vescovado di Patti che reclama i suoi diritti di decima; per la strenua opposizione ai balzelli richiesti i Librizzesi vengono denominati furmiculi russi (formiche rosse). I contrasti divengono talmente acuti da fare intervenire Papa Pio V, che, nell’anno 1567 e successivamente nell’anno 1571, condanna alla scomunica la popolazione, che detiene i beni reclamati dalla mensa vescovile di Patti.

Mentre la parte medievale si addossa al colle su cui era la Torre e la Chiesa di San Michele; a partire dal 1600 il paese si epande oltre la Chiesa della Catena, la cui piazzetta divenne il nuovo centro cittadino.

Chiesa Madre,
Chiesa Madonna della Catena.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ITINERARI CONSIGLIATI

Itinerario religioso:
- Si segnala la statua marmorea del Gagini raffigurante la Madonna della Catena, custodita nella chiesa omonima, portata in una caratteristica processione la prima domenica di ferragosto processione.
- Si segnalano altresì la settecentesca statua di S. Michele Arcangelo e l’Ecce Homo, all’interno della Chiesa Madre.