COMUNE DI

G
ALLODORO (ME)

Centro agricolo (Comune di 6,90 Km2 con 486 abitanti), 48 Km a Sud-Ovest del capoluogo, a 388 metri sul livello del mare.

 

  Gallodoro    
     
Notizie storiche Beni monumentali

Le origini del Centro possono farsi risalire al neolitico, con un primo insediamento in Località S. Anna.

Il nome di Gallodoro deriva dal latino Gallus aureus, cioè "Gallo d'oro" storpiatura in volgare di  "Vallo d'oro".
Il Centro, posto tra Fortia (Forza d’Agrò) e Taormina, prende il nome dalle miniere d’oro (ma ve ne erano anche d'argento, di piombo e di rame), aperte nel secolo XVIII, fornendo al paese cospicui guadagni.

Scrive Vito Amico che il paese, secondo Ansalone e Minutoli, fu "negli antichi tempi" proprietà di Niccola Crisafi, Regio Razionale, Stratigoto di Messina. Nel 1632 il Borgo, messo in vendita dal Demanio Regio, venne acquistato da Francesco  Reitano, insignito del titolo di Marchese. Ai Reitano rimase in possesso fino al  1678, quando i regi consultori trasferirono il diritto sulla terra di Gallodoro alla  famiglia Vigos, originaria di Genova.

Il paese, ricadente nel circondario di Taormina, costituiva con Letojanni un unico centro. Nel censimento del 1652 contava 1246 abitanti e 305 case. Un secolo dopo (1760) gli abitanti erano 1196 ma le case erano aumentate a 584. Nello scorcio del 1852 gli abitanti erano 1133 e il paese era costituito da oltre 930 case.

Nel secolo XIX esportava l'olio dei suoi oliveti, ma non mancavano vigneti, gelseti, ficheti d'India e boschi di castagni. Ma l'occupazione maggiore della popolazione era quella nelle miniere.

Il paese è stato frazione del Comune di Letojanni-Gallodoro, fino  al 1952, quando la legge del 26 novembre n.52, ne sancì l'autonomia.

DA SEGNALARE

Rocco Pirri, nel parlare di Gallodoro, fa menzione del Priorato di Basiliano di S. Emilione, la cui Chiesa era in Rovina. All'epoca di Amico erano suffraganee alla Chiesa Maggiore, sacra a S. Teodoro o a S. Deodato, altre cinque Chiese minori.

Oggi, nella Chiesa Madre dell’Assunta è conservato un pregevole Gonfalone processionale in legno del secolo XVI, ornato da una Madonna con Bambino e sul retro da una crocefissione.

 

Chiesa Madre.