COMUNE DI

P
ALMA DI MONTECHIARO

   
 
 
     
 
Palazzo degli Scolopi a Palma di Montechiaro
 
     
  Archenzo- Agosto 2005  
     
     
     
     
     
     
  da Wikimedia Commons  
     


Centro (Comune di 76,36 Km2 con 24000 abitanti), 28 Km a Sud-Est del capoluogo, a 165 metri s.l.m. nel sistema collinare costiero fra i ff. Platani e Salso in un territorio di gessi saccaroidi e calcari compatti, brecciati o travertinoidi; pedologia di suoli bruni, bruni lisciviati e regosuoli.

Località agricola (cereali, olive, mandorle uva, agrumi, ortaggi) e commerciale, con una discreta imprenditoria di settore. Buona l’attività zootecnica (equini, ovini, animali da cortile). Nel territorio sono anche presenti industrie alimentari e del legno.

 

    Palma di Montechiaro    
       
Notizie storiche Beni monumentali

Nel territorio si sono rinvenuti  materiali del Neolitico inferiore e dell'età del Bronzo.

Il nome del Centro deriva dal colle prospiciente il paese dove, nel 1353, i Chiaramonte (sembra Federico III Chiaramonte) innalzarono il Castello di Montechiaro, in posizione strategica sul mare. Il nome di Palma deriva invece dall’albero di palma, che compare nello stemma familiare dei De Caro, alla cui famiglia il feudo, costituito da soli terreni e case sparse per la conduzione delle coltivazioni, appartenne fino al secolo XVI, quando, come dote matrimoniale, giunse ai Tomasi.


Palma di Montechiaro è Città di nuova fondazione, sorta quindi nel feudo di Montechiaro nel 1637 per opera di Carlo Tomasi dei Principi di Lampedusa. Alla morte di Carlo, nel 1640, successe il fratello gemello Giulio, il quale condusse una vita ascetica dedicata alla preghiera e all'assistenza ai poveri, tanto da meritarsi l'appellativo di duca Santo.

Alla famiglia Tomasi il Centro rimase in proprietà, col titolo di Ducato, fino alla soppressione dei feudi siciliani nel 1812.

Attualmente è ancora leggibile l’impianto urbanistico seicentesco a scacchiera regolare. Le espansioni del Settecento e dell’Ottocento, seguono il medesimo tracciato affiancandosi alla parte originaria. Ricco di architetture emergenti; sono queste ultime a caratterizzare lo spazio urbano del Centro storico.

 

Chiesa Madre della Madonna del Rosario,
Chiesa del Monastero Benedettino,
Chiesa del Purgatorio o S. Maria degli Angeli,
Chiesa S. Angelo,
Chiesa della Sacra Famiglia,
Chiesa del Collegio,
Chiesa di S. Benedetto,
Chiesa di S. Rosalia
,
Oratorio del SS. Rosario,
Oratorio del SS. Sacramento,
Monastero del Rosario,
Convento del Collegio,
Collegio di S. Maria.

ITINERARI CONSIGLIATI

Palma di Montechiaro viene identificata con la Donnafugata del celebre romanzo ‘Il Gattopardo’ di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.

All’ingresso dell’abitato, davanti la Villa comunale, si incontra subito il palazzo ducale, del 1653-1659, semplice all'esterno, ma all'interno decorato con splendidi soffitti a cassettoni dipinti.

Elegante la Chiesa Madre del 1666, dedicata a Maria Santissima del Rosario, posta sulla sommità di una scalinata, con prospetto in stile barocco completato da due svettanti torri campanarie gemelle con cupole a bulbo. All’interno sono conservate belle tele di Domenico Provenzani e il sarcofago dell’astronomo Giovanni Battista Odierna (1579-1660)

In piazza Provenzani si trovano la Chiesa e il Convento benedettino del SS. Rosario, nato come primo palazzo dei Tomasi e trasformato in convento nel 1657 per volere del duca Giulio.

La chiesetta del Monastero delle Benedettine, nel quale è sepolta la Beata Suor Maria Crocifissa, la Beata Corbera dei Gattopardo. A questo proposito scrive Marina Pantalena che Giuseppe Tomasi di Lampedusa visitò per la prima volta Palma di Montechiaro nel 1955. "I luoghi, l'accoglienza festosa tributatagli dall'arciprete al Duomo e dalla badessa al convento delle benedettine la quale gli concesse, con lo stesso privilegio appartenuto ai suoi avi, di entrare nella zona di clausura e di omaggiare la tomba di Isabella, figlia del duca Santo ritiratasi in convento col nome di suor Maria Crocifissa, colpirono talmente lo scrittore da ispirargli diverse pagine de Il Gattopardo cominciato proprio nello stesso anno. Così è, per esempio, nel capitolo di Donnafugata, per la descrizione del Te Deum al Duomo o per la visita del principe Fabrizio Salma al convento benedettino".

Nei dintorni del Centro: Castello dei Montechiaro (secolo XIV) da cui prese nome la città. All’interno è conservata una bella statuetta della Vergine Maria, di Antonello Gagini, portata annualmente in processione con gran seguito di fedeli appiedati e a cavallo.

Da vedere il porto e Marina di Palma, piccolo scalo e centro di pesca.

Percorrendo la costa da est verso ovest troviamo nel territorio di Palma di Montechiaro una serie di antiche Torri di guardia: la torre di S. Nicola, sul promontorio omonimo, d’impianto ottagonale e risalente al secolo XVI, la coeva torre di Gaffe, a pianta cilindrica (trasformata in abitazione nei primi anni del Novecento), la torre S. Carlo, a Marina di Palma, del secolo XVI, ma ricostruita nel secolo successivo dal duca Carlo Tomasi sulla preesistente struttura.