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Dolmen e cùbburi nella Sicilia megalitica

La Sicilia dall'età preistorica
La cultura megalitica
I dolmen
I dolmen della Sicilia
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L'area naturale di Cavagrande
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I cùbburi ed i dammusi
Pantalica

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LA SICILIA MEGALITICA

        All’epoca della civiltà micenea
   anche in Sicilia fiorivano importanti
   sviluppi autoctoni, come la cultura
   Eoliana o quella di Castelluccio.
   Oggi, i loro siti archeologici si possono
   scoprire in loco, in spettacolari zone
   naturalistiche, tra fiumi, gole profonde
   e crinali incontaminati. La storia,
   a volte, si fa cercare.

   

   L’area naturale di Cavagrande

     
     

Testo di Sebastiano Occhino

   

 

 

"Cavagrande del Cassibile"

Foto di Sebastiano Occhino

 







 La "Cavagrande del Cassibile" è un lungo e profondo canyon che il fiume omonimo ha scavato nel corso dei secoli nell’altopiano Ibleo e costituisce un ambiente che offre al visitatore scenari naturali tra i più suggestivi della Sicilia: ne percorreremo un tratto in un viaggio virtuale attraverso un itinerario che si sviluppa lungo un’area della cava che va dal fondovalle, all’altezza delle opere di sbarramento dell’Enel, fino ai "laghetti" ai piedi del Belvedere.

A chi volesse effettuare di persona un trekking lungo questo percorso, consigliamo di realizzarlo durante la bella stagione (in inverno alcuni tratti, per via del fondo bagnato, potrebbero risultare pericolosi). Percorribile in mezza giornata non richiede, dal punto di vista escursionistico, particolari accorgimenti tecnici. Assolutamente indispensabile una buona provvista d’acqua e integratori salini: le temperature all’interno della cava, specie nei mesi più caldi, raggiungono punte piuttosto elevate!

Si parte dalla contrada Turisco, lungo la provinciale Avola – Manghisi, e si raggiunge il fondo valle attraverso un sentiero in parte scavato nella roccia: la vegetazione è lussureggiante: si possono osservare Platani, Salici, Oleandri, Felci, Biancospino e altre varietà di piante tipiche di ambienti fluviali.

Superato un cancello si continua a costeggiare il fiume fino ad una biforcazione: seguendone il ramo sinistro si arriva ad un piano roccioso ove si trovano particolari vasche naturali di varie dimensioni, i cosiddetti "marmittoni" o "marmitte dei giganti"   così denominate per la loro particolare forma a pentola. Conclusa la visita, magari dopo un bagno rinfrescante, si ritorna sui propri passi fino al bivio precedentemente imboccato e si inizia a risalire la parete della cava fino a raggiungere la pista realizzata negli anni cinquanta, quando venne realizzato l’acquedotto, che procede a mezza costa per un buon tratto e consente all’escursionista che la percorre di ammirare dall’alto il paesaggio del canyon, con il suo continuo susseguirsi di tratti rocciosi ora levigati e aridi, ora modellati dall’erosione del fiume in imponenti scalinate e suggestive cascate, ora lussureggianti di fitta vegetazione.

Procedendo si giunge ad una diramazione (a sinistra deve essere visibile l’alveo di un affluente che si congiunge alla cava ): si procede seguendo il tracciato di mezzo inerpicandosi tra le rocce verso la località denominata "Fosso Calcagno". Il posto è ombreggiato e vi sgorga una sorgente d’acqua. In questi pressi si può osservare una grotta artificiale dalla tipica struttura di camera sepolcrale: siamo nella zona dei cosiddetti "cunicoli", ovvero in prossimità della città rupestre meridionale che si sviluppa a monte del sentiero (di difficile accesso e nella quale è sconsigliabile avventurarsi da soli o senza una guida).

Di fronte si può osservare la volta naturale che ospita la città rupestre settentrionale  ( di queste aree archeologiche parleremo in futuro ). Il sentiero ora cammina lungo una ripida parete rocciosa a strapiombo sulla cava, un vero e proprio balcone naturale dal quale si può ammirare un lungo tratto del fiume, fino a congiungersi al sentiero proveniente dal Belvedere.

Siamo quasi alla fine del viaggio: a questo punto si scende fino al fondo valle da dove si potrà optare tra la più difficoltosa risalita del fiume in direzione dei tranquilli "vasconi" o la discesa verso la zona dei laghetti  (quella maggiormente violentata nel periodo estivo da un’antropizzazione incontrollata e "balneare"). La lunga e faticosa risalita verso il Belvedere concluderà l’Escursione.

Cavagrande è un luogo di grande fascino, da visitare preferibilmente nei periodi di bassa stagione quando minore è la presenza di visitatori, ma comunque sempre prodigo di angoli di incomparabile bellezza dove chi ne ha la sensibilità e la cultura, potrà concedersi momenti di totale sintonia con la tranquillità e la meravigliosa natura di questo luogo unico.
 
 

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