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ERICE E LA GRANDE SCIENZA IN SICILIA.
Bullet7blu.gif (869 byte) Introduzione
Bullet7blu.gif (869 byte) Erice nell’antichità classica.
Bullet7blu.gif (869 byte) Un medioevo generoso e prospero.
Bullet7blu.gif (869 byte) La Struttura difensiva ericina.
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Santuario di Venere Ericina.
Bullet7blu.gif (869 byte) Da Venere alla Madonna di Custonaci.
Bullet7blu.gif (869 byte)
La Chiesa Madre di Erice.
Bullet7blu.gif (869 byte) Erice, città di importanti manifestazioni.

Bullet7blu.gif (869 byte) Il Centro scientifico “Ettore Majorana”.
Bullet7blu.gif (869 byte) Zichichi e la fisica subnucleare.
 

Bullet7blu.gif (869 byte) Zichichi divulgatore
di scienza.

Bullet7blu.gif (869 byte) Il siracusano Archimede.
Bullet7blu.gif (869 byte) Archimede ingegnere e inventore.
Bullet7blu.gif (869 byte) Archimede scienziato.
Bullet7blu.gif (869 byte) Ettore Majorana: biografia
di un genio.
Bullet7blu.gif (869 byte) Il mistero sulla fine di Majorana.


Bullet7blu.gif (869 byte) Video su Erice.
Bullet7blu.gif (869 byte) Video
su Ettore Maiorana
 

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ERICE
    
    Ad Erice si celebravano i riti
     religiosi degli Elimi conosciuti in
     tutto il Mediterraneo. Oggi vi si
     svolgono convegni e seminari
     scientifici di livello internazionale.
   
     Il Santuario di Venere Ericina.    
     
     

 
   

Corte del Castello di Erice - Sito dell'ex Tempio di Venere.

Anabase4 

 



da Wikimedia Commons

 

Al posto del castello normanno sulla sommità del monte Erice vi era costruito un tempio sacro di grande importanza per gli Elimi e i Fenicio-Cartaginesi della parte occidentale della Sicilia. Inizialmente il primo elemento sacro posto sulla rupe fu un’ara a cielo aperto costruita dai Sicani. Con questa posizionata al centro di un «thémenos» (il recinto sacro della Dea) gli Elimi definirono un tempio sacro molto più complesso. Il culto della dea Venere fu associato a quello della fenicia Astarte. Furono introdotti elementi e riti tipicamente orientali, come la prostituzione sacra (già introdotta dai Cretesi), figurazioni simboliche o la protezione di schiere di colombe. Queste ultime, sacre alla dea, facevano parte dei riti annuali a cui accorreva una grande folla da ogni dove. Venivano allevate nel recinto sacro dalle gerodule, votate alla dea Venere, che svolgevano i riti sacri. Ogni anno, verso la metà del mese di Agosto, le colombe partivano per lidi sconosciuti (si narrava verso le terre libiche) dando inizio alle feste, ed il tempio veniva decorato in attesa del loro “magico” ritorno (qualche storico sospetta dalla Colombaia di Trapani). Dopo puntualmente nove giorni le candide colombe facevano ritorno guidate da una di esse con le penne di colore rosso. Le feste Anagogie, così erano chiamate, segnavano il termine dell'anno rituale.
Il tempio crebbe in importanza, tanto da essere conosciuto nell’area del Mediterraneo. Poiché strategico militarmente, i Cartaginesi trasformarono l’area sacra in un santuario-fortezza, contro le mire espansionistiche dei Greci che popolavano la Sicilia orientale. Di queste antiche mura rimane il cosiddetto «Ponte di Dedalo».

 

 
 

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